Non si può più certo definire un nuovo mercato o, semplicemente, un’area promettente. Già da alcuni anni, infatti, la Cina è il principale soggetto nello scenario internazionale del mobile, su tutti i fronti: produzione, esportazioni e importazioni. Nel 2012 ha realizzato mobili e articoli di arredamento per un valore di 183 miliardi di dollari, affermandosi come il primo produttore ed esportatore mondiale. In realtà, negli ultimi anni, il calo della domanda globale ha frenato la vendita di arredi cinesi nel resto del mondo, intensificando la competizione interna, dove il mercato è frammentato, con oltre 60.000 aziende dedite a manufatti di fascia media e bassa. Questo panorama lascia spazio agli stranieri, che si dividono la percentuale del mercato d’alta gamma, oggi intorno al 3% e destinata a salire velocemente nei prossimi 10 anni.
Molte aziende internazionali sono presenti con joint venture e stabilimenti produttivi, offrendo in loco lo stile e il design avanzato di matrice occidentale, oppure reinterpretando in chiave moderna i classici arredi cinesi. Nel 2012 la domanda di mobili di fascia alta ha superato i 5 miliardi di dollari americani e riguarda soprattutto il soggiorno e la camera da letto. Ai cinesi che si possono permettere mobili di alta qualità, piacciono soprattutto prodotti classici, raffinati e “over-size”. Fra i circa 200 marchi di lusso distribuiti nel paese, la maggiore parte proviene da Italia, Stati Uniti e Spagna.
Ai canali di distribuzione tradizionali, si affiancano quelli rivolti alle infrastrutture pubbliche, anche in funzione delle grandi opere di ammodernamento che stanno cambiando il volto del paese, a partire dalla costruzione o ristrutturazione di aeroporti e stazioni ferroviarie.
Le grandi cifre dell’import cinese rappresentano la voce più interessante per i paesi legati alla tradizione manifatturiera del mobile e consolidati esportatori. Fra questi va annoverata l’Italia, che guarda da diversi anni al gigante asiatico. I numeri sono però ancora nettamente inferiori alle aspettative offerte da quell’immenso bacino di potenziali acquirenti. Basti pensare che secondo i dati diffusi al forum “La Cina arreda italiano” – organizzato l’anno scorso da Ice, Federlegno e Promos -, il mercato cinese era soltanto al tredicesimo posto nel macrosistema dell’arredamento italiano, molto indietro rispetto a “clienti” come Francia, Germania, Stati Uniti e Russia. Inoltre, i cinesi conoscono ancora poco la ricchezza delle proposte contemporanee italiane, così come l’alto livello della ricerca, delle tecnologie e dei materiali che ne sta all’origine. Aziende e istituzioni stanno cercando di colmare questo gap, per recuperare velocemente il tempo perduto: in questa direzione si muovono le iniziative volte a spingere la filiera italiana del legno-arredo sul mercato cinese nei prossimi anni, come l’alleanza fra Federlegno e Bologna Fiere. Presentata a maggio 2014, la sinergia fra i due enti aiuterà a “tradurre” in maggiori affari e contratti la bella immagine di cui gode a Oriente il mobile Made in Italy. Creerà canali privilegiati per stimolare l’incontro fra produttori italiani e consumatori cinesi, come il progetto della Fiera del Mobile Italiano in Cina, con la prima edizione nel 2016, e il decollo di una NEWCO a Shanghai, con il compito di sostenere l’ingresso delle aziende italiane nel paese. Attraverso l’accordo con Bologna Fiere, Federlegno mette a frutto gli studi compiuti negli ultimi anni sul mercato e sui gusti dei consumatori cinesi. Nel 2013 il sistema arredamento italiano, secondo le statistiche del Centro Studi Cosmit/FederlegnoArredo, ha esportato in Cina mobili per un valore di 163,97 milioni di euro, superando del 18% il dato del 2012: i mobili e arredamenti commerciali (tra area living, camere da letto, sedie e arredi commerciali vari) hanno totaliz