Katja Novitskova Pattern of Activation, 2015, Manifattura Tabacchi, Firenze
DATA SHEET

Architectural design: q-bic di Luca e Marco Baldini
Landscape design: Antonio Perazzi
Tenants Food&Beverages, retail: Archivi Sartoriali, Barberè, Blues Barber, Bottega Biologica, Bulli&Balene, Cool Farm, Cuchiss Lab, Ditta Artigianale, Duccio Maria Gambi, Fàbera, Hiroko – Bento fatti a modo, Lostudioesse, Lunedì, Noa Ink, Opera Prima, Polverenera, Shake Café, SUPERDUPER, Todo Modo, Trek Bikes, ZOO Design
Tenants offices&arts: Carbonsink, Doghead, Gruppo Florence, LVMH, PNAT, Polimoda, SDG Group, Shippy Pro, Associazione Arte Continua, Toast, Veda
Photos: Eleonora Festari, Niccolò Vonci, Alessandro Fibbi, Leonardo Morfini, Serena Gallorini, Andrea Martiradonna, Giovanni Andrea Rocchi

21 mila metri quadrati di superficie di cui oltre 5mila destinati al retail, 11mila 220 agli spazi direzionali, 1.000 agli spazi espositivi e 7.240 alle aree pubbliche. Sono questi i numeri della Factory, cuore pulsante del grande progetto attuato dallo studio di architettura fiorentino q-bic allo scopo di riqualificare a Firenze l’ex opificio anni Trenta di Manifattura Tabacchi, firmato da Pier Luigi Nervi.

Dall’estate 2023 sono nuovamente operativi gli edifici 4, 5 e 11, che definiscono un vasto invaso a forma di U al cui interno trova spazio l’ex officina del complesso. Pensata come nuova piazza dalla scala urbana, la Factory accoglie al piano terreno una sequenza di spazi commerciali, mentre i tre piani superiori svolgono funzione direzionale. Volumi monumentali, doppie altezze, strutture in cemento, impianti a vista e grandi vetrate caratterizzano spazi di lavoro open space luminosi, flessibili e attenti alla sostenibilità.

La celebre scuola internazionale Polimoda, che già occupa con ottimi risultati l’elegante edificio nerviano affacciato su Piazza dell’Orologio e spesso realizza in Manifattura le sue sfilate, ha acquisito anche parte dei nuovi uffici riqualificati, mentre la galleria d’arte che condivide con un vasto spazio eventi (dai mercatini ai dj set) il centrale edificio 11 collabora con la Fondazione Palazzo Strozzi, tra i principali referenti fiorentini per la cultura visiva contemporanea. 

L’edificio 11 è sovrastato dal giardino pensile Officina Botanica, firmato da Antonio Perazzi come tutto il progetto “verde” di Manifattura, collegato agli uffici circostanti da ampie pensiline aeree in metallo. Elevati standard di sostenibilità ambientale sono garantiti dall’applicazione dal livello Excellent del protocollo BREEAM. “Allo scopo di rendere fruibili a tutti il piano terreno, dato che gli accessi si trovano a circa 70 cm dalla quota esterna abbiamo trasformato in porte le finestre originali” spiegano Luca e Marco Baldini, fondatori di q-bic.

“Avremmo potuto risolvere il problema del dislivello esterno tramite rampe e scalette, ma abbiamo preferito dare forza all’idea già sperimentata nell’edificio temporaneo B9 del pontile-marciapiede sopraelevato in legno, dando continuità di fruizione a un’area in cui le macchine sono bandite e possono circolare solo le biciclette. Soprattutto all’ora dell’aperitivo, quando Manifattura è particolarmente animata, questa pedana viene utilizzata anche come seduta informale”.

I brand grandi e piccoli che hanno scelto di stabilirsi alla Factory sono di tendenza, quindi poco presenti in città e nei centri commerciali, ma condividono il concetto olistico di sostenibilità che caratterizza l’intero progetto di Manifattura. Accade così ad esempio per il ristorante Bulli & Balene, il brand statunitense di bici sportive Trek o SuperDuperHats, che ha qui un laboratorio sartoriale in cui produce cappelli unici, portati da artisti come Ben Harper e Vinicio Capossela, oltre a un’intera collezione sviluppata con Jovanotti. 

“Uno degli obiettivi della Factory, e di Manifattura in generale, è la valorizzazione del “fare” artigianale, combinato con la mobilità dolce e alternativa” concludono i fratelli Baldini. “Quanto all’edificio centrale, abbiamo scelto per la scala interna il cangiante ferro bluastro con cui abbiamo connotato i nostri interventi negli interni di Manifattura, come ad esempio le pavimentazioni degli uffici e del Polimoda, creando in questo caso un voluto contrasto con il resto dell’edificio, che abbiamo lasciato scabro come lo abbiamo trovato e continua a ricordare il passato industriale di questo luogo”.