Pensare lo spazio

Incontriamo Marco Maturo e Alessio Roscini (Studio Klass), art director di UniFor e Citterio, per una conversazione su come strutturare gli interni di una casa o di un ufficio: che, come spiegano, si traduce in progettare “architetture nell’architettura”

Marco Maturo e Alessio Roscini, Studio Klass

I modi di vivere uno spazio (casa o ufficio) sono in costante cambiamento. Questo per diversi fattori: l’evoluzione tecnologica, per esempio, che sta cambiando la natura stessa degli strumenti di lavoro. Come si progetta un ambiente capace di essere rimodulato nel tempo?
Siamo proiettati in un mondo che possiede un’elevata complessità. Abbiamo infinite possibilità e ogni volta che scegliamo una soluzione piuttosto che un’altra, cristallizziamo quel momento nella storia, il quale assume un significato che rimane lo stesso anche a distanza di anni. Progettare un ambiente rimodulabile significa dare più spazio alle scelte che, a loro volta, possono cambiare nel tempo. Per questo motivo, è essenziale adottare un punto di vista che guarda al futuro piuttosto che allo stato attuale, permettendo la possibilità di tornare indietro, sorpassare, ripensare. Crediamo che il giusto approccio sia quello di concepire una soluzione aperta alle contaminazioni, in grado di accompagnare l’essenza dello spazio stesso. Sia esso un ufficio, un’abitazione o uno showroom.

Arial by Studio Klass

Quali sono secondo voi i principi da seguire nel progettare un sistema di partizioni?
Le partizioni, che hanno la stessa funzione del muro tradizionale, possono essere considerate come generatrici di architetture all’interno dell’architettura. Per capire meglio questo passaggio, per noi è stato molto utile pensare al concetto di alfabeto, dove ogni elemento è diverso dall’altro ma è solo attraverso la loro relazione reciproca che acquista un significato. In questo senso, è fondamentale considerare due livelli di progettazione: uno legato al dettaglio e l’altro all’insieme. All’interno del dettaglio, è possibile lavorare sulla qualità estetica della partizione, mentre quando intervenendo sull’insieme, si definisce esattamente quali sono le possibilità in termini di configurabilità e composizione armonica. 

Con la pandemia tante aziende e studi hanno immaginato un futuro di smart working, e quindi uffici più piccoli. Adesso sembra che la tendenza si stia invertendo. Lo stesso discorso vale per gli ambienti open space, su cui ci sono pareri contrastanti. Il vostro è unto di vista privilegiato sul mercato: in quale (o quali) direzione/i stiamo andando?
L’impressione è che, ad oggi, gli spazi dedicati al lavoro siano sempre più fluidi ed eterogenei e, ricollegandoci al tema della prima domanda, si parla sempre più spesso di ambienti rimodulabili. Così, all’interno dello stesso contenitore, convivono aree open space affiancate a situazioni più intime e uffici direzionali di impostazione tradizionale. Sicuramente, all’interno di questo contesto, si inserisce l’utilizzo delle partizioni che mirano ad ottenere un ambiente ibrido fuori da una logica pre-impostata. Un altro esempio in questo senso è la diffusione dei box acustici che permettono di personalizzare uno spazio a seconda delle proprie necessità, indipendentemente dall’apparto strutturale. L’importanza di non avere una soluzione che impatti a livello funzionale in un’unica direzione, ma che mantenga aperte più strade, è sicuramente diventata una prerogativa nel settore dell’ufficio.

Arial by Studio Klass

Questo per quanto riguarda gli spazi di lavoro. E l’ambiente domestico?
Paradossalmente, per quanto riguarda la casa, abbiamo la sensazione di assistere al ritorno di un significato affine all’idea classica dell’abitare. Da parte delle aziende ritroviamo sempre più l’interesse nel costruire un ambiente completo, piuttosto che partire dal singolo elemento. Il sistema di boiserie e porte che abbiamo disegnato per Molteni&C, si inserisce proprio in questa dimensione, in risposta alla necessità di ottenere un ambiente caratterizzato da un alto grado di personalizzazione. Identificarsi attraverso il circostante, comunicare una sensazione di benessere e avere la possibilità di scelta rispetto alle proprie abitudini quotidiane sono diventate oggi le qualità necessarie a chi abita questi spazi. Nell’ultimo periodo abbiamo avuto occasione di riscoprire l’importanza del quotidiano, un aspetto che presuppone la definizione della casa come un ambiente confortevole e su misura.

Arial by Studio Klass
Arial by Studio Klass

Uno dei progetti che vi ha fatto conoscere è stato Touch Down Unit, una workstation dall’ingombro, quando non in uso, minimo: l’annullamento dello spazio. Oggi, con questo sistema di boiserie – molto articolato – affrontate invece la definizione dello spazio. Come si legano questi due momenti importanti del vostro lavoro?
Trattandosi di due approcci complementari l’uno all’altro, possiamo dire che, questi due momenti, rappresentano per noi le due facce della stessa medaglia. Entrambi i punti di vista sono estremamente utili durante la progettazione: se uno si concentra sul prodotto, ovvero su qualcosa di veramente indipendente e che non segue nessun tipo di vincolo strutturale, l’altro ha senso di esistere soltanto in funzione dello spazio a cui è legato. Il punto di connessione tra questi due mondi, apparentemente inconciliabili, è la relazione che si genera con lo spazio stesso. Questa relazione oscilla tra un ambiente determinato dalla presenza dell’oggetto un altro momento, in cui il significato del prodotto è definito a partire dallo spazio. Di conseguenza, per noi è fondamentale trovare un equilibrio tra questi due poli che insieme concorrono alla caratterizzazione del nostro lavoro.

Workstation Touch Down Unit by Molteni&C, design Studio Klass- photo © Alberto Strada
Workstation Touch Down Unit by Molteni&C, design Studio Klass – photo © Alberto Strada