Salone: lo stato delle cose

Quali sono le prospettive in cui si apre, oggi, la manifestazione più importante nel mondo dell’arredo e del design? Nel giorno della sua apertura, meAAns – osservatorio sul mercato del design-arredo – abbozza uno scenario. Basato sui numeri

Milan - Photo © Alessandro Russotti
Milan - Photo © Alessandro Russotti

Alla vigilia dell’edizione 2023 del Salone del Mobile.Milano, meAAns – osservatorio sulle relazioni del mercato specifico del design-arredo – su invito di IFDM ha analizzato i dati di Fiera Milano Spa e di Aefi, l’Associazione esposizioni e fiere italiane, per provare a delineare una panoramica sulle tendenze numeriche e non estetiche della manifestazione di Rho.

I dati su cui si basano le analisi sono quelli relativi al Salone del Mobile e del Complemento d’arredo per il periodo 2012-2019. Non sono state prese in considerazione le biennali in quanto disomogenee nei numeri a seconda del settore protagonista, mentre per quanto riguarda il Salone Satellite non vengono prodotti numeri da parte di Fiera di Milano Spa.

Salone del Mobile.Milano - Photo © Andrea Mariani
Salone del Mobile.Milano – Photo © Andrea Mariani

Inoltre, sono state tralasciate anche le due ultime edizioni in quanto sia quella timida settembrina del 2021 sia quella transitoria del giugno 2022 non sono confrontabili con i dati delle edizioni precedenti. I numeri sono relativi sia ai metri quadri espositivi, sia al numero di espositori e i dati incrociati danno evidenza di alcune tendenze, visibili chiaramente anche dalla Infografica che abbiamo prodotto per questo articolo.

Un primo dato – come già specificato sono stati analizzati i dati, ritenuti più stabili, del solo Salone del Mobile e del Complemento d’arredo – è quello della sostanziale tenuta del numero dei metri quadri degli spazi espositivi, anche se un con un andamento un po’ ondivago: dai 155 mila del 2012 si è arrivati ai 175 mila del 2019. Questa evidenza si incrocia con un’altra tendenza di segno opposto, ovvero il calo degli espositori. Dal picco del 2014 con 1.240 aziende si è arrivati ai 1.035 espositori del 2019, 200 in meno per un calo del -16,5%.

Albe, Salone del Mobile.Milano - Photo © Andrea Mariani
Albe, Salone del Mobile.Milano – Photo © Andrea Mariani

I due dati coniugati si traducono in una crescita tendenziale dei metri quadri per espositore. Tradotto in parole semplici: meno espositori con spazi via via più ampi. Questa evidenza era già visibile a quanti abbiano frequentato con regolarità le ultime edizioni del Salone. Evidenza più marcata in alcuni padiglioni e per alcune aziende.

Analizzando i dati sulla nazionalità degli espositori si nota una crescita costante del peso degli stranieri sia per il numero degli espositori che passano dal 23% del 2012 al 32% del 2019, sia per i metri quadri occupati, che passano dal 16% al 22%. Altro dato interessante è che il numero dei metri quadri degli espositori italiani è quasi il doppio rispetto a quello degli stranieri (193 vs. 119 nel 2019).

Una sessantina di interviste a un pubblico trasversale formato da imprenditori, management, agenti, rivenditori, architetti – osservatori privilegiati – hanno permesso di dare più profondità a questi dati.

Molti operatori del settore indicano i costi come causa principale della contrazione del numero di espositori negli ultimi anni dei padiglioni di Rho. Costi che non solo ascrivibili all’affitto del metro quadro geometrico, ma anche alle installazioni da adibire a “Brand House” per i sei giorni della rassegna. Più di uno tra gli operatori ricorda anche i costi in termini di organizzazione per sostenere lo show di Rho. Molti imprenditori e top manager hanno preferito dirottare il budget destinato alla Fiera sull’apertura di showroom aziendali a Milano o verso altre iniziative similari, attratti da un rapporto costo/opportunità allettante.

Alcuni operatori hanno anche sollevato la tematica ambientale, che comincia a fare breccia sempre più in maniera evidente e consapevole anche in questo settore: l’uso ingente di risorse e materiali per una esibizione di soli 6 giorni può lanciare un messaggio negativo al mercato, secondo alcuni degli intervistati.

A questo il Salone sta già rispondendo: un comunicato rilasciato la scorsa settimana afferma: “La responsabilità ambientale, economica e sociale è prioritaria anche in questa edizione 2023, che ha intrapreso il percorso che lo porterà, in questi giorni, a conclusione della Manifestazione, a conseguire la certificazione ISO 20121”.

Binet, Salone del Mobile.Milano - Photo © Andrea Mariani
Binet, Salone del Mobile.Milano – Photo © Andrea Mariani

Per quanto riguarda il Salone 2023 emergono anche due aspettative differenziate in base ad altrettanti segmenti di stakeholder. Tra gli operatori di settore prevale una generale cautela; certamente nessuno si aspetta i numeri del 2018 o 2019 ma una maggiore concretezza da parte di chi visiterà la Fiera quest’anno.

Per chi lo osserva da spettatore, invece, il Salone riveste sempre un fascino e una importanza inarrivabile per le altre fiere di settore. Questo segmento quindi si aspetta per il 2023 un Salone in grande spolvero, dopo due anni transitori e sperimentali, e le attese sono sia in termini di novità prodotto, ma soprattutto di attenzione alla sostenibilità.

Con queste aspettative e considerazioni si apre questa nuova edizione del Salone ricca di sfide importanti anche, e soprattutto, in ottica futura.

Nannucci, Salone del Mobile.Milano - Photo © Andrea Mariani
Nannucci, Salone del Mobile.Milano – Photo © Andrea Mariani

meAAns è un osservatorio sulle relazioni del mercato specifico del design-arredo fondato nel 2022 da Andrea Mamprin e Massimo Marchesin. Insieme, dal 2002 al 2007, hanno lavorato insieme sotto la guida di Paolo Feltrin presso l’Istituto di ricerche socio-politiche Tolomeo Studi e Ricerche e l’istituto di ricerche socio economiche CERSA (Centro Europeo Ricerche e Studi Avanzati). Si sono riavvicinati nel 2021 con l’intenzione di applicare i metodi della ricerca al mercato del design arredo.

Questo mercato è ricco di interazioni, scambi e stakeholder integrati in un unico ecosistema. meAAns lo sta attivamente monitorando e ne cattura gli insight con l’obiettivo di aiutare le aziende che lo compongono a comprenderlo in maniera più strategica.