«Ho iniziato a lavorare a MATCH. Design & Sport – Une histoire tournée vers le futur (una storia che guarda al futuro) osservando le attrezzature sportive, ma mi sono reso conto molto presto che volevo che il focus andasse oltre una serie di begli oggetti», spiega Konstantin Grcic, curatore della mostra al Musée du Luxembourg a Parigi (fino all’11 agosto) di cui ha curato anche l’allestimento. «Succedono molte cose attorno a quello che intendiamo comunemente come sport e queste diverse idee mi hanno entusiasmato; certo, in mostra ci saranno attrezzi ed equipaggiamento accomunati dal fatto di essere belli. Ma il discorso va ben oltre».
Organizzata in occasione delle Olimpiadi e Paralimpiadi estive 2024 a Parigi, la mostra espone circa 150 oggetti tra pezzi storici unici e icone emblematiche, prodotti commerciali, prototipi, modelli, pezzi su commissione, disegni, incisioni, proiezioni, filmati e applicazioni interattive. Ma non vuol essere un semplice excursus storico, bensì una riflessione sul futuro dello sport attraverso il ruolo essenziale che il design svolge nel dargli forma.
In accordo con la previsione degli esperti secondo cui, nei prossimi decenni, i modi per migliorare le prestazioni di un atleta dipenderanno meno dalle innovazioni materiali e più sull’analisi dei dati, Grcic dichiara: «Quando si tratta di materiali e attrezzature, alcuni esistono solo grazie alla tecnologia. La produzione a controllo numerico ha influenzato la forma, l’aspetto e le performance dell’attrezzatura sportiva. Nello stesso tempo, l’uso dei dati è diventato uno strumento potente: i dati non sono un materiale ma giocano un ruolo fondamentale nel dare forma al design e allo sviluppo di questo settore. In altre parole. In altre parole, il futuro e le potenzialità dello sport risiedono nei dati, non nell’innovazione materiale», continua Grcic.
In questo modo design e sport si influenzano a vicenda: gli atleti desiderano attrezzi che non abbiano solo un valore estetico ma che riflettano anche, cosa forse ancora più importante, la propria identità personale dando loro una sensazione di aumento della fiducia in se stessi.
Partendo da queste considerazioni, la mostra presenta una selezione soggettiva di progetti su cui riflettere e generare nuove idee che circondano le molteplici connessioni tra sport e design, ed esamina variabili mutevoli nel passato, presente e futuro, con una sola costante: sono sempre le persone al centro dell’esperienza tanto che anche la fruizione degli spettatori è progettata con cura, dal posizionamento della fotocamera e riprese effettuate con droni alle piattaforme di streaming online che ripropongono l’atmosfera di uno stadio. A chiudere la mostra, una frase della Carta Olimpica: “La pratica dello sport è un diritto umano”.