Sensibilità estetica, innovazione e un design moderno ed eclettico: sono frutto di tutto questo i lavori – suggestive e sorprendenti – di Riccardo Fornoni, classe 1994, mantovano, la cui attività spazia dall’interior design alla direzione artistica, alla produzione di animazione per marchi, riviste e designer e alla creazione di opere d’arte.
Laureato in Architettura al Politecnico di Milano, ha iniziato la sua carriera fondando Creamatelier, uno studio internazionale di arte e design con clienti come Uniqlo, Christie’s London, Sightunseen e Bjarke Ingels Group: artisticamente la collaborazione più recente è con Lumas Gallery, sito che vende arte fotografica di qualità museale, visibile al pubblico da aprile. Dal 2023 è membro della giuria di DNA Paris Design Awards, concorso annuale con sede a Parigi.
La disciplina di Fornoni integra realtà e dimensione digitale in una sintesi di arte e design dove ogni opera può essere collocata ai margini del mondo reale e surreale, raggiungendo un’estetica unica.
«Reale e virtuale sono due dimensioni in costante dialogo che si influenzano interagendo», spiega Fornoni. «Il digitale può essere impiegato come rappresentazione della realtà sotto forma di immagini o video fotorealistici, ma può essere anche “sovrapposto” al mondo fisico tramite realtà aumentata (AR), visualizzando in tempo reale un elemento digitale nella propria stanza. Una parte del mio lavoro consiste nel rappresentare digitalmente, tramite l’utilizzo di programmi 3D, prodotti di brand o spazi in ambienti insoliti, remoti e talvolta surreali».
L’ultima collaborazione dell’artista è stata con il textile brand londinese Kirby Design, dove il processo creativo è stato a tutto tondo. Partendo dalla comprensione dell’identità del brand, alla produzione di schizzi e bozze per definire una prima direzione scenografica, per poi passare alla progettazione di elementi d’arredo come poltrone e divani da rivestire in tessuti Kirkby, arrivando poi alla progettazione di scenografie 3D, interni e le relative animazioni per esaltarne gli aspetti più caratteristici. Nel mondo dell’arte, le opere di Fornoni sono state esposte e pubblicate in eventi internazionali come Maison&Objet a Parigi e Tokyo, il CAFA Art Museum di Pechino e, a giugno 2023, il Dynamic Art Museum di Milano.
«Nel mio processo creativo vengo influenzato prevalentemente dai maestri del passato anche se ogni percorso mi conduce a diversi riferimenti, per cui vengo in realtà influenzato da più fattori a seconda della tipologia di lavoro che affronto», continua. «Al momento sono concentrato su scenografie e set digitali, animazione e progetti più artistici. Mi sto inoltre avvicinando alla progettazione di elementi d’arredo da realizzare fisicamente, il cui processo di creazione, però, è normalmente più complesso poiché ci si interfaccia con una realtà più vincolante rispetto al mondo digitale, privo di leggi fisiche».
E che valenza ha, o avrà, per Fornoni, l’intelligenza artificiale? «Verrà integrata sempre più nei nostri processi creativi, offrendo un notevole supporto», sostiene. «Sicuramente offre vantaggi dimezzando i tempi di produzione, analizzando enormi quantità di dati in pochi secondi ed elaborando molteplici soluzioni. Tuttavia credo sarà ognuno di noi a scegliere se utilizzarla o meno. Io per ora cerco di usarla il meno possibile: credo rovini un po’ la poesia del mio processo creativo».