Noor Riyadh: dove l’arte incontra la luce

In una città elettrizzata dalla notizia della nomina a Paese ospitante di Expo 2030, ha inaugurato, la scorsa settimana, la terza edizione dello spettacolare festival di luci d’artista

Noor Riyadh 2023, Janet Echelman, Earthtime 1.26

Anche quest’anno, Noor Riyadh è tornato a illuminare la capitale saudita. È infatti iniziato la scorsa settimana, per terminare il 16 dicembre, il festival della luce più importante del Paese, che da tre anni porta nella più grande metropoli della Penisola Arabica artisti provenienti da tutto il mondo (quest’anno oltre 100, di cui alcuni famosissimi) e un gran numero di opere e installazioni site-specific, che trasformano la città in un museo a cielo aperto, un palcoscenico per l’innovazione artistica che fonde design, cultura e innovazione.

Noor Riyadh 2023, Superflex, Vertical Migration
Noor Riyadh 2023, Drift, Desert Swarm, 2023

L’assegnazione dell’Expo 2030 ha posizionato Riyadh al centro dell’attenzione globale, trasformando la città in un faro di innovazione e sviluppo. La sera del 28 novembre, Nouf Almoneef, direttrice del festival, fiera ed emozionata, ha annunciato la nomina, che, come sappiamo, ha lasciato indietro Seoul e Roma. Sullo sfondo, uno straordinario spettacolo celebrativo, che ha visto oltre 3000 droni creare scenografiche coreografie nel cielo notturno di Riyadh. Il festival si è collocato, quindi, in questa prospettiva futura, offrendo, attraverso le opere degli artisti locali e internazionali, un’immersione nella storia e nell’identità culturale di Riyadh, ma creando un dialogo luminoso tra la storia millenaria di questa città e la modernità.

Random International, When Tomorrow Comes, 2023
Quayola, Jardins d’Eté (Summer Gardens), 2017

Curata da Jérôme Sans, affiancato dal messicano- statunitense Pedro Alonzo, e dai sauditi Alaa Tarabzouni e Fahad Bin Naif, quest’edizione di Noor Riyadh ha visto arrivare, da ogni angolo del globo, una miriade di talenti. Si sono distinti nomi come Carsten Höller, Erwin Wurm, Osgemeos, DRIFT – che ha proposto un poeticissimo e delicato spettacolo di droni –, Yinka Ilori, e Chris Levine, tutti noti per la creatività visionaria e l’audace sperimentazione nel campo dell’arte luminosa. Oltre a designer stranoti come Superflex, Shoplifter e Random International.

Articolato attorno a cinque poli principali, l’evento si sviluppa in tutta la città, con il King Abdullah Financial District (KAFD) come fulcro principale. Noto per la sua architettura imponente e futuristica, questo quartiere moderno, conosciuto come distretto finanziario, è stato trasformato da una serie d’installazioni che hanno dato nuova vita ai suoi grattacieli di vetro. Proprio sulla facciata di uno di questi grattacieli, è stata proiettata la gigante video-installazione di Superflex, il collettivo danese fondato nel 1993 da Bjørnstjerne Christiansen, Jakob Fenger e Rasmus Rosengren Nielsen. Nella loro opera, intitolata Vertical Migration, viene rigenerato al computer un sinoforo, un organismo poliformico e complesso che abita gli abissi marini. L’opera indica una strada possibile per un futuro in cui arte, scienza e design interagiscono in modo da promuovere un cambiamento positivo, costringendoci a riconsiderare la nostra relazione con il mondo naturale, e proponendo la visione di un futuro interspecie.

Sempre nel distretto KAFD, l’opera Jardins d’Été dell’artista multimediale italiano Quayola, è un perfetto esempio dell’applicazione dell’estetica e della tecnologia digitali allo studio dell’arte classica e della bellezza della natura. Attraverso l’uso di immagini digitali elaborate, l’artista crea un giardino digitale in continua evoluzione. I fiori sbocciano e le foglie si muovono con grazia, trasportando gli osservatori in un mondo di bellezza e serenità.

Il festival ha poi dedicato una particolare attenzione al talento artistico locale. La luce è stata il filo conduttore che ha ispirato 35 artisti sauditi che, con le loro installazioni, hanno reso un omaggio alla cultura saudita, risvegliando memorie e sentimenti dell’osservatore, in un gioco di riflessioni e ombre. Tra loro, Abdulmohsen Al Bin Ali che con l’installazione Dreamer Dreams, ha incoraggiato gli spettatori a riflettere sui legami tra la memoria e l’ambiente del deserto, mentre Talin Hazbar, con l’opera Earth Records, ha svelato strati temporali, rivelando storie nascoste nella terra sotto i nostri piedi.

Chris Levine, Molecule of Light, 2021

Particolarmente suggestivi due luoghi scelti per allestire opere di grandi dimensioni: Wadi Namar e Wadi Hanifa, incredibili parchi metropolitani incastonati nella bellezza naturale del deserto che circonda Riyadh. L’opera Molecule of Light di Chris Levine, artista canadese di base a Londra, interagisce proprio con il paesaggio di Wadi Namar, con il suo lago circondato da palme e alberi verdi, che offre un contrasto v con il grigio urbano e il calore del deserto, creando un’atmosfera di equilibrio e tranquillità. Con un’altezza impressionante di 25 metri l’installazione di Levine si anima all’approssimarsi del tramonto, offrendo uno spettacolo di luce che cattura i visitatori. Al centro dell’opera si trova un meteorite, simbolo di antiche forze cosmiche.

Notevole anche l’opera di Janet Echelman, artista di Tampa, Florida (USA), celebre per le sue grandi installazioni di sculture di rete, sospese su spazi pubblici delle città di tutto il mondo. A Wadi Namar, Echelman ha presentato Earthtime 1.26 Riyadh, che incarna l’utilizzo impeccabile di materiali leggeri ed economici per creare opere d’arte incredibilmente grandi ed emozionalmente importarti. L’opera rappresenta la rete del tempo terrestre, una rappresentazione fisica dei dati scientifici del movimento delle onde oceaniche, in risposta al terribile terremoto e tsunami in Cile nel 2010, che ha effettivamente abbreviato la durata del giorno terrestre di 1,26 microsecondi, da cui il titolo.

Noor Riyadh 2023, Tobias Rehberger, Lost to Find, 2023
Yinka Ilori, Block Cubes, 2023

L’opera dell’artista concettuale tedesco Tobias Rehberger – la cui pratica interdisciplinare attraversa i confini tra arte, design e architettura – è stata creata per il Salam Park, un’oasi di tranquillità nel cuore della città, che si è trasformata in un luminoso palcoscenico artistico. Con l’opera Lost to Find, il cui titolo fornisce una chiara indicazione tematica, Rehberger invita gli spettatori a confrontarsi con il concetto di smarrimento e ritrovamento attraverso una serie di installazioni di luci.

A Wadi Hanifah, una suggestiva vallata alla periferia di Riyadh, protagonista l’installazione Light Rings dell’artista americano Oscar Tuazon, un esempio perfetto del suo approccio scultoreo e architettonico al mondo dell’arte. L’opera consiste in una serie di anelli luminosi di dimensioni variabili. Questa installazione, che dialoga in maniera evidente con il contesto naturale, incorpora una combinazione di materiali industriali, tra cui acciaio e vetro, creando un dialogo tra natura e urbanità, tra vecchio e nuovo.

A Wadi Hanifah, è esposto anche l’intervento di Shilpa Gupta, artista indiana conosciuta per il suo lavoro che esplora le tematiche legate all’identità di genere. La sua opera We Change Each Other, che consiste in una serie di parole luminose sparse su una parete che formano la frase “We change each other” (Noi ci cambiamo a vicenda),  ci ricorda come l’arte possa unire le persone attraverso i confini culturali.

Oscar Tuazon, Light Rings, 2023
Shilpa Gupta, We Change Each Other, 2023

Fortemente voluto da Mohammed bin Salman che sta guidando la transizione del Paese verso un’economia possibile nell’era post-petrolio, Noor Riyadh si colloca nell’ambito piano strategico Vision 2030, studiato per ridurre la dipendenza dell’Arabia Saudita dai combustibili fossili, diversificare l’economia e sviluppare i settori dei servizi pubblici come la sanità, l’istruzione, le infrastrutture, la cultura, le attività ricreative e il turismo.

In una nota conclusiva, Khaled Al-Hazani, direttore esecutivo di Riyadh Art, afferma: «Con una selezione stupefacente di opere d’arte e un ricco programma di coinvolgimento della comunità, Noor Riyadh 2023 promette di avvicinarci di un altro passo all’obiettivo di Riyadh Art di trasformare la città in una galleria senza mura».