Palazzo dei Diamanti, Ferrara, Italy - Photo © Marco Cappelletti, courtesy Labics
Palazzo dei Diamanti, Ferrara, Italy - Photo © Marco Cappelletti, courtesy Labics
DATA SHEET

Client: City of Ferrara
RUP:  Arch. Natascia Frasson
Architectural design and supervision: Labics, Maria Claudia Clemente and Francesco Isidori
Structures and physical plant: 3TI progetti italia
Restoration: Elisabetta Fabbri
Installation: Giovanni de Vito
Landscape design: Stefano Olivari
Lighting design for the garden: Massimiliano Baldieri

Contractors and suppliers
Part A: Palazzo dei Diamanti
Construction: Buozzi
Physical plant: iMartini
Furnishings: Visual
Steel casements: Techologica
Part B: walkway and garden
Group leader: Mornico legnami
Fittings for walkway: Techologica
Garden: Arcadia

Photo credits: Marco Cappelletti

Nel 2018 lo studio romano Labics (Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori) vince con 3TI progetti italia il concorso indetto dal Comune di Ferrara per l’ampliamento e il miglioramento di spazi e servizi di Palazzo dei Diamanti. Si tratta non solo di uno tra i più prestigiosi esempi di architettura civile del Rinascimento italiano, centro ideale di quell’ambiziosa “Addizione Erculea” ideata alla fine del Quattrocento da Biagio Rossetti, ma anche di un centro espositivo di grande importanza, che ospita al piano terreno mostre temporanee e al primo piano una Pinacoteca Nazionale che conserva i capolavori dell’onirica e alchemica Scuola Ferrarese.

Cantierizzato nell’ottobre 2020 e da poco terminato, l’intervento di Labics rilegge distribuzione degli spazi e struttura dei percorsi, secondo “una riscrittura museografica che esalta la configurazione stessa del palazzo rinascimentale, stabilendo una consequenzialità e una circolarità tra le sue stanze” affermano gli architetti.

“Il progetto espositivo mette in relazione le due ali del Palazzo e si completa con la passerella lignea che estende il percorso nel giardino”. Palazzo dei Diamanti è infatti visto da Labics “come un meraviglioso palinsesto, fatto di ripensamenti, aggiunte successive e parti mai completate. Un edificio privo, se non nelle facciate esterne, di una unità complessiva, testimoniata anche dall’uso articolato che se ne fa oggi”.

Nella consapevolezza che l’architettura può rimanere viva solo se fruita e quindi adeguata, il progetto di Labics (tra i pochi in ambito italiano a intervenire con taglio contemporaneo su un contesto di rilevanza storica così pregnante) si impernia intorno a quattro interventi fondamentali. Il primo riguarda la riqualificazione degli ambiti espositivi esistenti, con l’adeguamento impiantistico delle ali Rossetti e Tisi e nuovi portali in ottone brunito che evidenziano la sequenza spaziale cinquecentesca.

Il secondo intervento trasforma l’ex Museo del Risorgimento nelle sempre più nevralgiche e gradite dotazioni per i visitatori (caffetteria, libreria, sala didattica e spazio polifunzionale), integrando nel percorso museale i cortili esterni con funzione di “stanze all’aperto”. I percorsi sono protagonisti anche del terzo intervento, con la riapertura del collegamento tra ex Museo del Risorgimento e cortile principale e valorizzazione dell’accesso dalla loggetta affacciata sul cortile principale.

Centrale infine l’intervento sul giardino, che vede la decisiva collaborazione del paesaggista Stefano Olivari. Un nuovo collegamento tra le due ali del palazzo, già presente nelle stampe settecentesche di Andrea Bolzoni (1782), appare reso possibile da una struttura in legno parzialmente vetrata, mentre la rilettura degli spazi verdi configura il tipico “brolo” dagli scomparti rettangolari già documentato a metà Settecento.