Venini e la luce: 60 (e più) anni di idee

Una mostra a Venezia racconta, con oltre 80 oggetti e tre installazioni monumentali, il rapporto di Venini con l’illuminazione

Venini: Luce 1921 - 1985 @ Le Stanze del Vetro
Venini: Luce 1921 - 1985 @ Le Stanze del Vetro

Nell’anno internazionale del vetro promosso dalle Nazioni Unite, una mostra organizzata nell’ambito del progetto culturale Le Stanze del Vetro (iniziativa congiunta della Fondazione Giorgio Cini e di Pentagram Stiftung) punta l’obiettivo su Venini e su un settore particolare – e particolarmente suggestivo – della sua produzione: l’illuminazione.

Curata da Marino Barovier, la mostra Venini: Luce 1921 – 1985 (fino al 08/01/2023) presenta una selezione di 81 progetti di lighting realizzati tra il 1921, anno di fondazione di Venini, e il 1985, quando gli ultimi eredi della famiglia cedono le loro quote dell’azienda.

Tra i protagonisti di questa narrazione spiccano il pittore muranese Vittorio Zecchin con una rielaborazione del lampadario a bracci, lo scultore Napoleone Martinuzzi con i suoi manufatti in vetro pulegoso del 1928-30, a cui seguono gli architetti Tomaso Buzzi e soprattutto Carlo Scarpa, che vanta una collaborazione con la vetreria durata fino al 1947. Il rapporto privilegiato tra i progettisti e la fornace muranese è confermato negli anni ’50 con le figure di Gio Ponti, Franco Albini, Ignazio Gardella, Massimo Vignelli e Tobia Scarpa.

In occasione di questa mostra, vengono riproposte nella Sala Carnelutti e nel Piccolo Teatro della Fondazione Giorgio Cini tre grandi installazioni che fanno parte della storia di Venini.

Omaggio a Carlo Scarpa è la ricostruzione del monumentale lampadario a poliedri policromi progettato dall’architetto per il padiglione del Veneto all’esposizione di Torino Italia 61 nel 1961.

Sono in mostra anche il celebre Velario, realizzato nel 1951 come copertura per Palazzo Grassi – che torna visibile per la prima volta dopo quasi quarant’anni – riadattato con gli elementi originali: una serie di festoni realizzati con cavi d’acciaio e sfere in vetro balloton compongono quattro vele che si uniscono morbidamente al centro.

È poi visibile una Struttura a poliedri (sistema progettato da Scarpa) policroma telescopica, realizzata nel 1962, che si trovava nel foyer del Cinema Teatro Giacosa di Aosta.