La sensazione è quella di fluttuare tra acque dolci e tranquille, circondati dall’azzurro chiaro della spuma oceanica e dagli sprazzi colorati di coralli e licheni. Il progetto del ristorante Sean Connolly at Dubai Opera è un tuffo nel mare, che l’agenzia di design Alexander &CO. e lo studio di architettura TRIBE hanno voluto fare insieme per esplorarne gli aspetti più fascinosi – dimensione, texture, nuance -, interpretandoli secondo una filosofia condivisa che tende a ridurre la ridondanza e ad amare le sfide. Regnano, di fatto, eleganza e delicatezza espressi con una creatività vivida, in cima all’edificio più iconico degli Emirati Arabi Uniti– l’opera house di Dubai, appunto – dal quale il ristorante, con i suoi 350 posti e un bar esterno con sky garden, guarda dall’alto la città.

“L’ispirazione è arrivata dalla forma irregolare dell’edificio, avviluppato in una superficie vetrata sinuosa – racconta il team di Alexander &CO. -, anche se è stato complesso ricavare uno spazio di 2000 metri quadrati. Con TRIBE ci siamo posti l’obiettivo di utilizzare materiali comuni per ottenere un risultato non comune”. Data l’ampiezza, il ristorante è suddiviso in aree differenti, secondo l’utilizzo specifico – brasserie, dining room privata, banco dello chef, diversi bar – che variano per materiali e finiture, vivacizzando il colpo d’occhio generale. All’interno, ogni elemento indaga il mondo marino: le sfumature perlacee delle ostriche e la loro trama sensuale, i toni dei coralli e di ogni forma di vita subacquea. Sotto i piedi, il tappeto in lana, appositamente disegnato da Alexander &CO., evoca la distesa oceanica coi toni cangianti del blu, mentre, sopra la testa, una parte del soffitto, rivestito da una serie di piastrelle lucide e opache disposte a volta, richiama il riverbero della superficie acquosa.


Una ‘visione oceanica’ rafforzata da alcune opere d’arte, come quella che pende dal soffitto sino a pavimento, realizzata da Jacqui Fink in lana merino lavorata ai ferri, che ricorda i tentacoli di strane creature delle profondità; o quelle dell’artista Tracey Deep, nota per le sue installazioni create con oggetti ritrovati che celebrano la flora della sua natia Australia.

La maggior parte degli ambienti si sviluppa attorno all’area centrale, il Pearl Bar, caratterizzato dall’utilizzo di pelle grigia, legno di noce e marmo giallo. Ci sono poi il marmo grigio dei tavoli e la pelle rosa di alcuni divani-seduta a ricordare il contrasto di colori tra flora e fauna marini, mentre il bancone rifinito a grezzo non può non ricondurre alla ruvidezza delle conchiglie. L’arredo modernista, originale, in cui si miscelano i toni del verde, grigio, blu e bianco, si completa con un sistema di illuminazione custom made in acciaio smaltato bianco e finitura ottone ispirato agli elementi illuminanti ‘tentacolari’ di Serge Mouille, sublime firma del XX secolo.

