Majara Residence, Hormuz
Majara Residence, Hormuz
DATA SHEET

Client: Ehsan Rasoulof
Owner: Ali Rezvani
Architectural design: ZAV Architects
Interior design: Taraneh Behboud, Mohsen Dehghan, Sara Jafari, Sara Nikkar
Lightings: Tajang Light
Photo credits: Payman Barkhordari, Soroush Majidi, Tahmineh Monzavi

Presence in Hormuz 02 è il manifesto politico e sociale nato per sensibilizzare e mostrare una reale alternativa politica ed economica alla comunità locale dell’isola di Hormuz, e all’unica attività – apparentemente – redditizia in cui i suoi abitanti sono notoriamente coinvolti: il traffico illegale di petrolio. Strategicamente incasellata tra l’Iran e la penisola arabica, la piccola Hormuz è un antico e glorioso porto, strategica sì per il controllo del movimento del greggio in Medio Oriente, ma custode altresì di paesaggi naturali di rara bellezza, singolari e surreali.

Tra le azioni previste dal programma comunitario, lo studio di progettazione iraniano ZAV Architects è intervenuto con la realizzazione di una residenza culturale polivalente, denominata Majara Residence, concepita come un complesso continuo di cupole colorate in terracotta che punteggiano lo scenario sabbioso in un agglomerato strutturato di picchi e bulbi. I colori accesi e le linee morbide di volumi che sembrano sobbollire dal terreno arido fanno da landmark per chi arriva dal mare e, allo stesso tempo, da rifugio sociale per chi nell’isola risiede.

Il progetto, oltre che funzionale, vuole infatti essere un manifesto di cambiamento e riscatto sociale delle comunità locali, un processo di costruzione di un rapporto di fiducia, tra abitanti, turisti e istituzioni, attraverso una architettura sociale, collaborativa, proattiva. La piccola scala ha contribuito a rendere i volumi compatibili con le capacità costruttive degli artigiani locali e dei lavoratori autoctoni, che sono stati attivamente impiegati nel processo di edificazione del villaggio.

Ispirandosi alla natura colorata dell’isola, costituita da un numero infinito di particelle granulari del terreno che si accumulano formando una topografia arcobaleno, le cupole del Majara Residence sono state costruite con la tecnica del superdobe, un’alternativa contemporanea al metodo della terra battuta, ideata dall’architetto iraniano Nader Khalili. Le cupole si intersecano tra di loro, fondendosi in funzioni uguali e assimilabili. Alcune forniscono alloggio ai residenti, con aree comuni dove cenare, fare il bucato o pregare, altre sono dedicate al turismo con punti di ristoro e alloggi.

Gli stessi colori che caratterizzano le facciate continue delle costruzioni si estendono sulla pavimentazione e sulle piazze esterne di aggregazione e di collegamento tra i vari spazi privati e pubblici. Non meno ipercolorati sono gli interni, dove l’elemento monocromatico viene utilizzato anche visivamente per differenziare i vari ambienti, e la successione tra un tono e l’altro diventa l’alternativa a divisioni di pianta. Gli arredi, essenziali e fedeli alla tavolozza, apportano un decor minimalista tra i giochi di luci e ombre creati da aperture sapientemente posizionate a varie altezze.