Milano, 23a Triennale: spazio al “non conosciuto”

La manifestazione internazionale torna con un programma che si snoda attorno a un quesito tanto stimolante quanto misterioso: “Quello che ancora non sappiamo di non sapere”

BIG + Icon Build + NASA,
BIG + Icon Build + NASA, Project Olympus, Courtesy of ICON + BIG – Bjarke Ingels Group

“Quello che ancora non sappiamo di non sapere”: a questo concetto si propone di rispondere la 23a Esposizione Internazionale di Triennale Milano, in programma dal 15 luglio all’11 dicembre, intitolata Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries.

Il focus, su diversi ambiti, dall’universo più lontano alla materia oscura, dal fondo degli oceani all’origine della nostra coscienza, coinvolge designer, architetti, artisti, ricercatori e cercherà̀ di rovesciare le nostre convinzioni.

Unknown Unknowns: Jan Hosan, Super Kamiokande, Courtesy of the artist

«La manifestazione vuole essere una piattaforma di dialogo e ricerca, un’occasione di scambio e incontro tra realtà provenienti da tutto il mondo», ha dichiarato Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano alla conferenza stampa di presentazione. «Questa pluralità di punti di vista ci permetterà di allargare lo sguardo su quello che ancora non sappiamo di non sapere. In un momento drammatico e complesso come quello che stiamo vivendo, crediamo che sia più importante che mai preservare e valorizzare lo scambio di idee, esperienze e riflessioni tra paesi e culture diversi».

Promossa da Triennale in collaborazione con il Bureau International des Expositions (BIE) e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l’Esposizione si presenta come una costellazione di mostre e progetti riunendo 400 artisti, designer, architetti, provenienti da più di 40 paesi; oltre 600 opere e 22 partecipazioni internazionali, promosse da istituzioni e atenei considerati eccellenze a livello mondiale, oltre che da numerosi Governi, con una forte presenza del continente africano, rappresentato da 6 padiglioni nazionali (Burkina Faso, Ghana, Kenya, Lesotho, Repubblica Democratica del Congo e Ruanda).

Unknown Unknowns: Andrea Galvani, Study on Leptoquark, Courtesy the artist and Eduardo Secci Contemporary © Andrea Galvani Studio
Sempre dalla mostra principale, Unknown Unknowns: Walter Tschinkel, Aluminium casts of ant nest, Courtesy of Walter Tschinkel

Oltre alla mostra tematica Unknown Unknowns, curata da Ersilia Vaudo, astrofisica e Chief Diversity Officer all’Agenzia Spaziale Europea, l’Esposizione ospiterà altre due grandi mostre: Mondo Reale, ideata da Hervé Chandès, direttore artistico generale della Fondation Cartier pour l’art contemporain, e La tradizione del nuovo, curata da Marco Sammicheli, direttore del Museo del Design Italiano di Triennale. Ci saranno anche una serie di installazioni e progetti speciali che vedranno coinvolti importanti esponenti del mondo accademico e intellettuale.

Il designer Francis Kéré, premio Pritzker 2022, curerà gli allestimenti negli spazi comuni di Triennale e due installazioni dedicate alle voci del continente africano: Yesterday’s Tomorrow e Under a Coffee Tree.

La tradizione del nuovo: Ferruccio Laviani, Orbital (Foscarini), Photo © Amendolagine Barracchia
La tradizione del nuovo: Denis Santachiara, Robot Ines (Archivi Triennale Milano)

Veste inedita anche per il Museo del Design Italiano di Triennale Milano, diretto da Marco Sammicheli, con La tradizione del nuovo, un progetto espositivo che, a partire dalla collezione di Triennale e dagli archivi delle passate Esposizioni Internazionali, racconterà come il design italiano abbia sempre avuto un approccio coraggioso, affrontando il non ancora conosciuto attraverso la ricerca.

L’Ucraina avrà ampio spazio con il Padiglione Planeta Ukrain, un progetto diffuso negli spazi interni ed esterni di Triennale, curato dallo scrittore Gianluigi Ricuperati con l’attrice Lidiya Liberman e la pianista Anastasia Stovbyr: una panoramica della cultura contemporanea del Paese toccando diversi ambiti disciplinari con il coinvolgimento di importanti artisti ucraini.

La tradizione del nuovo: Carlo Forcolini, Apocalypse Now, Photo © Amendolagine Barracchia
La tradizione del nuovo: Studio Alchimia, Il Mobile infinito, Photo © Federico Manusardi

Nello spazio espositivo intorno a Casa Lana verrà inoltre allestita la mostra Ettore Sottsass. Il calcolo, secondo appuntamento del ciclo dedicato all’architetto e designer che affronterà il rapporto tra numero e tecnologia e la collaborazione di Sottsass con Olivetti.

Infine, i temi della 23a Esposizione Internazionale verranno affrontati attraverso gli incontri del public program, curato da Damiano Gullì, che da luglio a dicembre 2022 forniranno occasioni di approfondimento e di confronto. Tutte le partecipazioni internazionali e le realtà che contribuiscono alla manifestazione saranno coinvolte in questa programmazione. Una serie di progetti digitali, dal gaming alla realtà virtuale ai podcast, e gli articoli della sezione Diario 2022 del magazine di Triennale offriranno ulteriori spunti di riflessione.