Luca Guadagnino, interior designer per passione

“Accanto al fuoco/By the fire” è l’istallazione che il regista ha realizzato durante la recente Design Week milanese, assecondando il suo amore per l’arredo e la composizione di interni. E sorprendendo chi sinora ha creduto che il suo linguaggio fosse solo quello della pellicola

Accanto al fuoco/By the fire by SLG (Studio Luca Guadagnino).
Accanto al fuoco/By the fire by SLG (Studio Luca Guadagnino).

Candidato a quattro premi Oscar, numerosi Golden Globe e premi Bafta (il riconoscimento della British Academy). Regista di film acclamati dal pubblico internazionale. Pochi sanno, però, che Luca Guadagnino nutre una profonda passione per il design d’interni, anche se è facilmente intuibile dalle sofisticate ambientazioni di Io sono l’amore o dalle minuziose ricostruzioni anni ’80 di Chiamami col tuo nome.

«Il mio desiderio inconfessato è quello di essere un interior designer» ha raccontato ad un giornalista di The New York Times Style Magazine. A tal punto da fondare, nel 2017, lo Studio Luca Guadagnino (SLG), team di lavoro per architettura d’interni con sede a Milano. E che ha seguito progetti per clienti privati come Federico Marchetti, il fondatore di Yoox Net-a-Porter Group, e spazi commerciali di lusso, tra i quali il marchio di skincare Aesop a Roma e Londra, e quello di moda sostenibile Redemption a New York.

In occasione della Milano Design Week 2022, lo studio si è cimentato in un’istallazione presso lo Spazio RT, luogo creativo e galleria in Via Fatebenefratelli 34. Accanto al fuoco/By the fire mostra non solo l’attenta opera di ricerca portata avanti da SLG, ma anche l’ammirazione per Carlo Scarpa, architetto italiano di metà ‘900, quale fonte di ispirazione. Nonché l’attitudine alla geometria come parte essenziale dello spazio, retaggio del Modernismo e, in particolare, dell’architettura del dopoguerra in Italia.

In una grande stanza, due ambienti living risultano speculari, ciascuno nelle proprie diversità. Entrambi accolgono un camino composto da un assemblaggio di colonne lisce, disegnate da SLG, uno in pietra italiana Ceppo di Grè, l’altra in ceramica dai colori pastello, liquidi come acquerelli, prodotta dalla manifattura Nymphenburg Porcelain di Monaco di Baviera.

Appena sopra, fanno capolino rispettivamente le applique in vetro di FontanaArte (vintage quelle ai lati del camino in pietra, disegnate da SLG le altre) e le luci tecniche di DeltaLight. Una serie di tavolini quadrati e rettangolari in granito nero e travertino rosso, sempre disegnati da SLG, insieme a tre poltrone vintage di Ignazio Gardella (le Digamma prodotte da Gavina negli anni ’50) guardano l’ipotetico fuoco adagiati su una coppia di tappeti in lana e seta.

Tessuti da La Manufacture Cogolin – un antico laboratorio vicino a Saint-Tropez – sono interpretati con fiori pop-art dal graphic designer Nigel Peake (frequente collaboratore di Hermès). Tutt’intorno, creano un’atmosfera ovattata e raffinata le boiserie triangolari in legno di palma e rovere di SLG e le pareti rivestite in velluto grigio plissettato.

Le sculture floreali in ceramica dell’artista Francesco Simeti, amico di Guadagnino sin dai tempi della loro gioventù a Palermo, chiudono un cerchio di estrema raffinatezza curata nei minimi particolari. La decorazione del resto è per Guadagnino «un elemento essenziale nella creazione dello spazio e non solo qualcosa di applicato alla fine».

Per tutte le immagini © Giulio Ghirardi