Memphis Again

Il tempo non ha sbiadito l’intensità del concetto irriverente e sovversivo alla base dei pezzi Memphis. In mostra alla Triennale di Milano fino al 12 giugno, non per omaggiarne la storicità, ma, oggi come allora, per puntare l’attenzione sulle possibilità espressive e culturali di un design che va oltre il marketing

Memphis Again @ Triennale di Milano. Photo © Delfino Sisto Legnani and Alessandro Saletta - DSL Studio
Memphis Again @ Triennale di Milano. Photo © Delfino Sisto Legnani and Alessandro Saletta - DSL Studio

Farla finita con le convenzioni. Smontare il predefinito con stilemi mai visti sino a quel momento. Uscire dalla gabbia del mercato per esplorare nuovi linguaggi di design. È la dichiarazione tranchant del movimento culturale Memphis, nato negli anni ’80 e guidato da Ettore Sottsass, innegabile spartiacque tra un prima e un dopo.

Nuove forme, materiali e pattern immaginati (e concretizzati) secondo una logica rivoluzionaria e libera da restrizioni sono stati il fulcro di un laboratorio di idee ferventi diretto da Barbara Radice, al quale si sono aggiunti, oltre allo stesso Sottsass, nomi ormai scolpiti nella storia del design (Aldo Cibic, Matteo Thun, Marco Zanini, Martine Bedin, Michele De Lucchi, Natalie Du Pasquier and George Sowden…).

Quell’audacia che ha ridisegnato le abitudini dell’abitare è ancora vivida nei suoi colori e contenuti, continuando ad influenzare l’immaginario del pubblico, dalla moda all’industria cinematografica e televisiva.

A dimostrarlo, l’esposizione Memphis Again alla Triennale di Milano, curata da Christoph Radl – che di Memphis è stato il graphic designer ufficiale – e visitabile sino al 12 giugno, che non intende essere un tributo al manifesto, ma vuole invece tornare a puntare i riflettori su una possibile proposta alternativa ad un design che risolve problemi funzionali industriali, sottolineando l’importanza dell’aspetto emotivo dell’oggetto.

Nello spazio della Curva di Triennale, lunga oltre cento metri, più di duecento tra mobili e oggetti della collezione Memphis, realizzati tra il 1981 e il 1986, sono presentati in ordine cronologico e in un’atmosfera da night club suggerita dall’allestimento e dalla colonna sonora di Seth Troxler.

Il tutto completato da proiezioni alle pareti di frasi pronunciate dai protagonisti e da critici, architetti, designers, con special guest come Arquitectonica, Michael Graves, Hans Hollein, Arata Isozaki, Javier Mariscal.

Lunga vita a Memphis, che da quest’anno entra a fare parte di Italian Radical Design: il nuovo gruppo fondato dagli imprenditori Sandra e Charley Vezza, già proprietari dal 2012 di Gufram, con l’obiettivo di preservare e valorizzare marchi di design italiani caratterizzati da un distintivo approccio anticonformista.

Per tutte le immagini © Delfino Sisto Legnani e Alessandro Saletta – DSL Studio