«Non tutto il male viene per nuocere», si sono detti sicuramente i molti professionisti che hanno partecipato all’ultima edizione di Paris Déco Off, che si è svolta a Parigi dal 23 al 27 marzo invece della consueta collocazione a gennaio, slittata a causa della pandemia. Le nuove collezioni di alcuni tra i più importanti editori tessili d’Europa (e non solo) sono state infatti presentate in giornate di sole primaverile e di tepore, quasi una vacanza. Ecco alcune delle novità che ci hanno colpito di più.
Per Dedar, un viaggio che reinterpreta i grandi archetipi dell’arte tessile attraverso riferimenti all’arte e alla storia del costume: Kyllikki, stampato su raso, evoca i gesti della pittura astratta ingentilendoli in una cascata di fiori. Mentre John Kelly 1763, con le sue righe ombré su 100% lana, reintepreta un tessuto settecentesco inglese.
Da Pierre Frey effervescenza di temi: l’Egitto, i Ballets Russes e la Parigi dei primi del ’900, due collaborazioni con archivi importanti (quelli di Yves Klein e del Louvre). Una delle novità della maison è una collezione di moquette stampate, molto forti: quello che un tempo era un tabù diventa una tendenza.
Ispirazioni pop per Jean-Paul Gaultier, che ha presentato da Lelièvre Autour du Monde, collezione di tessuti per esterni e carte da parati; con motivi come Mesaï, in cui il pattern camouflage si ibrida a motivi della tradizione giapponese. Sempre da Lelièvre, la collezione Résonance rivisita alcuni classici reinventandoli: come Ikati, lino stampato digitale che evoca un Oriente molto grafico.
Lucentezze glamour da Métaphores, con trasparenze e dettagli metallici. Fever (seta + poliammide), iridescente e traslucido, evoca atmosfere da club notturno in pieno spirito disco. Mentre lo jacquard Divine (cotone riciclato + poliestere), impunturato di fili dorati, ha una matericità compatta interrotta da bagliori quasi elettrici.
Da Rubelli il mood era stabilito da subito, con due grandi pannelli nel tessuto Magico Mexico di Gabriel Pacheco ad accogliere il visitatore: una collezione piena di piante esotiche, fauna variegata (anche immaginaria), distese di fiori dove un prato di camomilla diventa pattern. E una versione contemporanea e impercettibilmente high-tech di un grande classico, la Toile de Jouy.
Il titolo della collezione presentata da Sahco è Evoke. I riferimenti sono tanti e fusi insieme con tocco lieve, tanto che anche disegni macro (come le figure ispirate ai disegni di Cocteau di Murale o le marmorizzazioni di Brancusi, tessuti pensati entrambi per tendaggi) risultano quasi minimali.
Fromental, produttore di carte da parati, ha presentato i suoi pattern nella cornice di un appartamento affacciato su un giardino nel cuore di Saint-Germain: quello di Marta Sala, brillante editrice di design. Con un dialogo stimolante tra mobili e rivestimenti murali, come Ombré (in seta leggerissima) utilizzato nel living.
Sotto la direzione creativa di Ariane Dalle, Elitis ha presentato una collezione di tessuti (a cui si affiancano carte da parati) divisa in otto temi: tra questi, Milano, ispirato agli edifici Novecento di Piero Portaluppi e Gio Ponti; e Craft Chic, ispirato ai vecchi palazzi italiani, un’idea di artigianalità resa contemporanea dallo splendore di un oro invecchiato e dalla gestualità di pennellate dense, materiche.