Se i sequel al cinema ci fanno storcere sempre un po’ il naso, perché difficilmente (fatto salvo per Il Padrino) sanno competere con l’originale, il secondo capitolo della saga by Natuzzi è un vero capolavoro. I personaggi sono stati scelti con minuziosa attenzione, compositi ma complementari. La trama narrativa è fluida, intrigante, ricca di colpi di scena. La regia sublime nell’orchestrare tale pluralità di voci e contenuti, al fine di far emergere un solo messaggio, chiaro e inequivocabile: “Live the transition”.

Il secondo atto di “The Circle of Harmony” prosegue sulle orme del precedente, il cui esordio è avvenuto lo scorso anno: creare un “olive grove garden, un oliveto di talenti, un polmone verde esterno all’azienda composto da creativi”, secondo l’idea del suo fautore, Pasquale Junior Natuzzi, Chief Creative Officer del brand.

Timeless by Natuzzi, Design by Lorenza Bozzoli

Timeless by Natuzzi Italia, Design Lorenza Bozzoli

Otto voci autorevoli della scena progettuale internazionale sono state chiamate a raccolta per prendere parte a questa “tavola rotonda”, luogo di scambio, di idee, di sperimentazione e soprattutto di convivialità, riunite nella volontà di promuovere quel concetto di “armonia” che è parte del DNA Natuzzi e della sua filosofia. Con la Puglia (chiaro il riferimento dell’oliveto) sempre sulla sfondo della scena quanto elemento intangibile all’interno di ogni progetto, nel suo essere metafora di valori e tradizioni, oltre che luogo di origine dell’azienda stessa.

Lorenza Bozzoli, Formafantasma, Massimo Iosa Ghini, Sabine Marcelis, Patrick Norguet, Marco Piva, Elena Salmistaro, Marcel Wanders studio: ecco gli attori che hanno dato vita alle otto nuove collezioni 2021/2022, ognuno con il proprio tratto stilistico, in un tripudio di forme, colori, materiali e ispirazioni.

Juno, Sinuosa collection by Natuzzi, Design Massimo Iosa Ghini

Juno, Sinuosa collection by Natuzzi Italia, Design Massimo Iosa Ghini

Aliante by Natuzzi, Design Marco Piva

Aliante by Natuzzi Italia, Design Marco Piva

«È stato estremamente entusiasmante avere nel nostro Circle of Harmony queste voci e menti creative così sofisticate e attuali, che probabilmente stanno determinando la direzione che prenderà il design di interior e di prodotto a livello internazionale – ci racconta Pasquale Junior Natuzzi – Il tema principale di questo Circle è proprio la ricerca della diversità in termini di cifra stilistica e DNA, è sperimentazione creativa guidata da quel sentimento amichevole che crea e definisce la collaborazione. Che è ciò che suppongo tutti i brand dovrebbero ricercare».

Posidonia collection by Natuzzi, Design by Elena Salmistraro

Posidonia collection by Natuzzi Italia, Design Elena Salmistraro

Poly collection by Natuzzi, Design by Patrick Norguet

Poly collection by Natuzzi Italia, Design Patrick Norguet

Non a caso “Harmony” è il termine che qualifica l’iniziativa: «Oggi più che mai c’è questo desiderio di armonia e di rapporti più umani, desiderio di ritrovare la dimensione del “family feeling” anche quando si collabora nella progettazione. Nell’ultimo anno è stato difficile perdere quel senso di fisicità che oltre a rendere la parte di design thinking emotiva e coinvolgente, è utile per il processo di sviluppo dei prodotti: abbiamo dovuto creare le nuove collezioni attraverso foto, call, video.

Ma personalmente credo ne sia derivata la linea più bella che Natuzzi abbia mai creato: porta avanti, infatti, questa mia idea di design narrativo e di evoluzione della cifra stilistica di Natuzzi, in un blend di creativi che credono in questo progetto. In questa progettualità si respira una “nuova Natuzzi” (fatta eccezione per alcuni elementi che possono essere più audaci, come i divani Block di Sabine Marcelis o Apulo di Formafantasma), si respira l’idea di comfort, di linee organiche di prodotti che hanno una propria eleganza, in alcuni casi più contemporanea in altri più casual, ma alla fine siamo sempre noi».

Block by Natuzzi, Design by Sabine Marcelis

Block by Natuzzi Italia, Design Sabine Marcelis

Apulo by Natuzzi, Design by Formafantasma

Apulo by Natuzzi Italia, Design Formafantasma

Alle otto firme è stata data una traccia comune su cui riflettere, da rielaborare e interpretare attraverso il proprio pensiero e visione – traccia che è anche il payoff di questo secondo capitolo: “Live the transition”: il concetto di armonia è stato infatti calato nel presente e pertanto associato quello di “nuova normalità”. Cosa significa “qui ed ora” la funzionalità, il benessere, la sostenibilità? Gli otto creativi hanno dato forma all’accoglienza e all’inclusione e allo “slow living” (valori di cui la cultura mediterranea ne è da sempre portatrice) in proposte d’arredo ricche di sapori e suggestioni.

Lorenza Bozzoli e Massimo Iosa Ghini hanno esplorato il wellness design; allo stesso modo Sabine Marcelis, Marco Piva ed Elena Salmistaro si sono confrontati con l’esigenza di arredi flessibili e multifunzionali; la ricerca di un’armonia tra gli ambienti destinati al relax e quelli per il lavoro è stata indagata da Patrick Norguet e Formafantasma; e il micro-living, inteso come soluzioni innovative che non rinunciano alla qualità artigianale e al design, ha ispirato Marcel Wanders studio.

Eufolia by Natuzzi, Design by Marcel Wanders studioEufolia by Natuzzi, Design by Marcel Wanders studio

Eufolia by Natuzzi Italia, Design Marcel Wanders studio

«Volevamo stimolare il concetto di transizione. Il cambiamento per me non è un primo o secondo tempo di un film; è un piano sequenza unico, non dobbiamo aspettarci che la ripresa cambi da un momento all’altro. Dobbiamo invece abituarci a interpretarne i secondi e gli attimi e a viverli. Questo per me significa “transizione”. È dire: “non fatevi troppi pensieri sulla new era, state nel presente, giocatevelo, assaporatevelo, perché il presente è quello che stiamo vivendo”. È non aspettarci che le cose implodano, cambino o tornino come prima. Quando si pensava al digitale, si temeva che la carta potesse morire, ma ora paradossalmente c’è più carta di prima; così l’e-commerce, che andasse a sostituire il negozio fisico e invece non è così. La soluzione sta nell’equilibrio. È questo concetto che noi abbiamo interpretato e che ci ha guidato in questa contaminazione creativa, sostenibile e di armonia».