Luti si dimette. E il Salone?

Il presidente del Salone del Mobile rassegna le dimissioni, l’incertezza sull’evento settembrino permane, mentre le aziende mirano alla concretezza

Nelle ultime 24 ore si è parlato molto della cancellazione del Salone del Mobile di settembre come fatto sempre più concreto e non mera ipotesi.
A scatenare le prime discussioni, l’articolo (piuttosto disfattista) apparso mercoledì sul sito di Affari Italiani che dava la notizia per certa: più una strumentalizzazione che un’informazione corretta.
Ieri sera, peraltro alla vigilia del CDA di FederlegnoArredo Eventi, il comunicato (pervenuto da parte di Kartell, va sottolineato) delle dimissioni del Presidente del Salone, Claudio Luti.

La motivazione, come riporta la nota rilasciata, sta nella “diversità di visione globale del Settore”: Luti spingeva per una conferma della manifestazione a settembre, molte aziende sono invece contrarie. “Rispetto le decisioni di tutti, ma non condivido la volontà di non fare squadra in un momento così delicato e di rinunciare almeno a provare a definire un percorso concreto per fare quello che potrebbe essere il Salone simbolo della ripresa del Paese”, afferma l’ormai ex Presidente.

Ne è seguita in tarda serata una nota ufficiale dell’associazione di settore che, oltre all’accettazione delle dimissioni, conferma che “a oggi non è stata ancora assunta alcuna decisione inerente all’organizzazione del Salone del Mobile.Milano 2021. Ogni decisione è rimessa alla valutazione del Consiglio di Amministrazione della società che si riunirà nei prossimi giorni”.

ll risultato di tutto ciò non fa altro che portare insicurezza all’intero comparto che in realtà necessita solo di proseguire verso una ripartenza solida e concreta.

Ripartenza che, come abbiamo sostenuto più volte, non è direttamente correlata all’edizione del Salone di settembre in forma fisica e con il tradizionale format. E di questo, a quanto pare, ne sono consce anche le aziende stesse che, seppure a malincuore, sono pronte a rinunciare all’evento fieristico non all’altezza delle aspettative globali per lavorare al meglio su una 60esima edizione nel 2022.

Al di là di rumors e lanci di notizie, quello che conta è riportare l’attenzione sulla scelta delle aziende, che non va contro il Salone, ma che rappresenta un’azione di coraggio; che non è disgregazione di un sistema, bensì formazione di un sistema alternativo in una fase di emergenza; che intende percorrere una soluzione differente per l’evento autunnale nel 2021 in attesa di poter immaginare e dar forma a un Salone di qualità nel 2022 e quindi non smentisca la sua performance dopo 59 anni in prima linea.

Con soluzione differente si intende, perché no, un Salone diffuso, in grado di far vivere e che si integri maggiormente con la città; un evento che non perda in contenuti e proposte, ma venga espresso sotto forma diversa da quella dei grandi padiglioni fieristici. Questo significa adottare un approccio attivo e coerente con i tempi in cui viviamo. 

Questa è la naturale consapevolezza raggiunta dalle aziende. Ce lo ha confermato direttamente Nicola Coropulis, AD di Poltrona Frau (nonché sostenitore fin dallo scorso settembre di questa modalità): “Io faccio il tifo per un Salone diffuso che superi le barriere tra Salone in Fiera e Fuorisalone, tra fisico e digitale, che metta al centro la città di Milano e sia in grado di attivare altre eccellenze del Made in Italy, dal fashion all’automotive, e sia vero volano della ripartenza in sicurezza”.

Nino Anziani, AD di Poliform insieme ad Alberto e Aldo Spinelli, dichiara: “Poliform ha sempre partecipato attivamente al Salone del Mobile fin dal suo esordio, ed è grazie al volano creato dal Salone che la nostra azienda ha raggiunto gli attuali risultati, quindi l’eventualità di una cancellazione del Salone del Mobile a causa della pandemia è una sconfitta per Poliform e per tutto il settore dell’arredamento. La nostra azienda pertanto sosterrà le decisioni che verranno prese dalla direzione del Salone del Mobile nell’ottica di contribuire come sempre alla valorizzazione del sistema del Made in Italy con la qualità che il Salone del Mobile ha sempre dimostrato negli ultimi 60 anni”.

E concorde è anche Marco Piscitelli, Managing Director di Molteni GroupMolteni è stata tra le primissime aziende fondatrici del Salone, siamo pertanto tra i primi sostenitori di questo evento; non parteciparvi sarebbe anche per noi una sconfitta. Ma è altrettanto vero che non ci sono le condizioni per un Salone a settembre: ad oggi non abbiamo alcuna garanzia e nessuna indicazione, se non una data; oltre al fatto che tutte le materie prime sono in ritardo, quindi abbiamo la preoccupazione di non poter consegnare i prodotti ai clienti. È l’amore per il Salone che ci porta a sostenere che se non riusciamo a realizzare un evento all’altezza, sarebbe solo controproducente alla manifestazione stessa. A beneficio magari delle altre fiere internazionali”.

Notevole è la responsabilità che si sta affidando alle aziende del comparto – lo ha sottolineato anche il sindaco Beppe Sala in un video social – ma le condizioni (di fattibilità e di sicurezza) per un evento fieristico autunnale non sembrano essere dalla loro.

“Come Gruppo Molteni – prosegue Piscitelli – fin dall’inizio abbiamo dato pieno appoggio alla piattaforma digitale del Salone, e disponibilità attraverso i nostri negozi per dare sostegno alla città, così da creare un Salone fluido e diffuso, che possa essere di rilancio e divenire un evento memorabile nel 2022. C’è quindi tutta la volontà da parte nostra di creare a settembre un’operazione più mobile, varia, interessante con il Salone e la città, lavorando su modalità differenti da quelle tradizionali. Tutte le fiere stanno già cambiando le loro impostazioni, occorre farlo anche qui”.