Il futuro è già qui

Downtown Design con la mostra The Shape of things to come, indaga come vivremo, abiteremo, viaggeremo e lavoreremo nel prossimo futuro post pandemia

Come abiteremo, viaggeremo, lavoreremo nel prossimo futuro post-pandemico? Sarà possibile, un giorno, tornare a divertirci in una discoteca o assistere a un concerto, oppure le folle saranno bandite per sempre? Come pregheremo, o andremo al ristorante? Si potrà tornare alla normalità? Quesiti molto caldi, affrontati da Downtown Design, la kermesse in corso dal 9 al 14 novembre a Dubai e online, che indaga come vivremo, abiteremo, lavoreremo, divertiremo e ci sposteremo in futuro, nella mostra The Shape of things to come, organizzata nel Building 4 del Dubai Design District (d3).

Ventidue progetti, firmati dai più importanti studi di design e architettura, come Gensler, che propone Living Volume, dei componenti intercambiabili prefabbricati per creare dei volumi viventi e sostenibili, per costruire luoghi dove vivere, lavorare e giocare, ma anche permettere al nostro pianeta di prosperare, soluzioni dove sono progettati l’acustica, l’illuminazione, la biofilia, il comfort e la flessibilità, che si espandono o contraggono in base alle esigenze, dalle proposte residenziali all’ecoturismo, progetti organici dove l’adattabilità è la chiave per il futuro. 

Living Volume, by Gensler, UAE
Jellybean by Studio Toggle
Gaia Floating Resort by AMA, UAE
RIHLA, Travel to Tomorrow by JPA Design, UAE
Hotel lobby by XO Atelier, UAE
Vow by Sibyl, KSA
Living Wadi by Atkins, Middle East
The Productive Center, by MB Consultancy, UAE
Dilmunia Mosque by Pace, Kuwait
Living Volume, by Gensler, UAE
Jellybean by Studio Toggle
Gaia Floating Resort by AMA, UAE
RIHLA, Travel to Tomorrow,-by-JPA-Design,-UAE-
Hotel lobby by XO Atelier, UAE
Vow by Sibyl, KSA
Living Wadi by Atkins, Middle-East
The Productive Center,-by-MB-Consultancy,-UAE
Dilmunia Mosque by Pace,-Kuwait
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I progetti in mostra cercano di rispondere alle nuove esigenze create dalla pandemia, dalla possibilità di circolare per strada ma senza venire a contatto con gli altri, come nel sistema pedonale modulare Vow proposto da Sibyl, alla libertà di andare al ristorante senza paura, con la protezione Jellybean dello Studio Toggle, dove ogni tavolo è avvolto da un baccello gonfiabile a forma di fagiolo formato da una bio resina ecologica, creando un ambiente senza contatti, fino a The Island: work safe di XO Atelier, un’“isola” per il lavoro a distanza, una comfort zone domestica, oppure un nido in spazi co-working, hotel e aeroporti, super attrezzata con prese, basi per la ricarica di pc e cellulari, altoparlanti integrati e connessione, per ritagliarsi un angolo di lavoro intimo ovunque; e a Evolve, di Rabih Geha Architects, il nightclub ai tempi del Covid, un layout concentrico stratificato incentrato su tre fattori: spazio, persone e intrattenimento, dove le folle possono festeggiare insieme, mantenendo le distanze, dove la limitazione della libertà fisica è bilanciata dall’espansione dell’esperienza sensoriale, lasciando spazio a una nuova definizione di normalità.

Kettal, Half Dome lamp
Pedrali, Blume
Ethimo, Pulvia
Meridiani & Caspaiou, Harold
LaCividina, Couchette
CC Tapis, Ultimate Bliss
Tacchini, Five to Nine
Preciosa Lighting, Fractal
Kettal, Half Dome lamp
Pedrali, Blume
Ethimo, Pulvia
Meridiani & Caspaiou, Harold
LaCividina, Couchette
CC Tapis, Ultimate Bliss
Tacchini, Five to Nine
Preciosa Lighting, Fractal
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Downtown Design si conferma l’appuntamento più importante per la creatività del Middle-East: oltre alla mostra e alle installazioni, anche la fiera digitale, una vetrina online per scoprire le ultime tendenze e collezioni, mettendo in connessione produttori, designer e buyers, e i Virtual Talks, con la partecipazione di architetti come Aline Asmar D’Amman, interior e product designer come Pallavi Dean, giornalisti del settore come Max Fraser.