Pallavi Dean: interior design e ristoranti, cosa cambierà?

La designer di base a Dubai ha identificato nove trend in tema di progettazione, dalla scomparsa degli spazi condivisi a location molto più ‘instagrammabili’

Il ritorno al “new normal” mette il mondo (del progetto) di fronte a molte questioni. Per esempio, come cambierà il modo di ideare e arredare ristoranti?
La designer Pallavi Dean (che nell’area Middle East, ma non solo, ha una notevole esperienza e notorietà nel settore contract dedicato all’ospitalità) ha identificato nove trend, il risultato di una ricerca collaborativa che ha visto la partecipazione di nove esperti e 170 altri professionisti coinvolti online.
Il report sottolinea l’importanza – ora più che mai – della creatività nel processo di progettazione e di interior design, esprimibile attraverso concept originali, immersivi, d’evasione: “Si tratta di un trend che è iniziato ben prima della pandemia. Se un cliente coinvolge uno studio di interior design per dar vita al suo ristorante, esige una serie di livelli più alti: storytelling, momenti “instagrammabili”, una cucina teatrale, esperienze immersive e così via. Questa è l’area dove i designer possono dare il loro contributo – spiega la designer – Ad essere onesti, aggiungere quanta più creatività in un progetto per un ristorante è qualcosa che nel nostro studio, Roar, ci piace fare. Ma bisogna essere al contempo cauti nell’uso di troppi espedienti: l’eleganza timeless e la semplicità devono sempre trovare spazio”.

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Mezza House restaurant by Pallavi Dean, Roar

Creatività ma non solo: “Su un livello leggermente più prosaico, gli interior designer devono progettare all’interno di un budget definito e tener conto dei vincoli economici e degli obiettivi di business di un progetto. E ora questa pressione sarà intensificata”. Minor budget significa progetti più calibrati: “Se prima ci domandavamo: ‘Che tipo di pavimentazione dovremmo inserire?’, ora dobbiamo chiederci: ‘Quanto risparmio per metro quadrato possiamo ottenere con un differente layout?’. Ci troviamo infatti all’interno di una crisi globale, dobbiamo essere più realistici sui prossimi 12-18 mesi: i progetti saranno messi in attesa, proprietari e operatori saranno esitanti a spendere capitali su ristrutturazioni e nuovi progetti”. D’ora in poi la maggior sfida per i designer sarà “dare sicurezza ai proprietari nell’investire nei loro interior. Come farlo? Dando loro un impatto reale all’interno dei limiti”.

Il report indaga quali layout e spazi cambieranno nel futuro prossimo: secondo la ricerca, le misure restrittive saranno severe nel breve termine, ma andranno a scemare fino (per il 42% degli intervistati) a tornare alla normalità all’inizio del 2021.

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Shabebeek restaurant by Pallavi Dean, Roar

“Bisogna separare i cambiamenti del breve termine da quelli a lungo termine, perché sono due storie completamente differenti”, sostiene Pallavi Dean. “Le conseguenze a breve termine sono più drastiche e riguardano misure come la rimozione dei tavoli e l’uso di dispositivi di protezione personali. Certamente come designer possiamo giocare con gli spazi in modi ingegnosi, con grafiche creative, ad esempio, protezioni fantasiose e così via. Ma il distanziamento sociale nei ristoranti non è sostenibile: è economicamente difficile per i proprietari, quanto un’esperienza sgradevole per i clienti e lo staff. Nel lungo termine, gli spazi torneranno agli standard del 2019; il cambiamento a lungo termine che resterà potrà essere ciò che chiamiamo ‘contact light dining”, ovvero un’esperienza non completamente priva di contatto, ma con un contatto notevolmente ridotto, attraverso l’uso di menu digitali, ad esempio, e pagamenti contactless. I maggiori investimenti dovranno essere fatti negli spazi di servizio dove bisognerà ripensare fortemente a creare esperienze (e quindi adottare dispositivi) touchless”.

“Se dovessi pensare a un cambiamento permanente, sarebbe la fine dei ristoranti sovraffollati – come molti dei più costosi ristoranti di Dubai!. Capisco però che non spesso non abbiano altra scelta per avere profitto, dal momento che l’affitto è molto alto. Andando avanti anche gli affitti dovranno quindi adeguarsi ed essere più flessibili. Saranno pertanto fattori economici e di efficienza operativa a dettare le regole nella progettazione dei ristoranti”.