Si fa presto a dire di un oggetto che è una cosa. Non lo fa Flaminia, che nella materia mette l’immateriale. Quel principio vitale infuso dalle mani dell’artigiano, dal suo pensiero e volontà, che plasma ciò che parte da un alto livello tecnologico di produzione industriale. Non fa eccezione la collezione Flag, disegnata da Alessio Pinto e prossima ad essere presentata durante il Cersaie di Bologna dal 23 al 27 settembre. Nata in azienda col medesimo iter ‘sentimentale’ e con un know how di oltre 60 anni nella produzione di sanitari in ceramica, anche Flag segue tutti i passaggi – dalla prototipazione alla modellazione, dal colaggio alla smaltatura, fino alla cottura in forno – negli stabilimenti di Civita Castellana (Viterbo).
Fattori come un ciclo completo all’interno della tradizione e della qualità Made in Italy e una progettazione che va al passo con l’innovazione dell’ambiente bagno sono ben visibili nei tratti sottili e nei volumi alleggeriti di Flag. Gli angoli si smussano e lavabi, vasi e bidet – sempre realizzati in ceramica d’alta qualità – svolgono la loro funzione in una forma essenziale, sospesa in aria. Il colore diventa elemento distintivo e in ogni elemento tocca interno ed esterno, combinati in raffinati accostamenti di nuance, come latte e rosso Rubens, argilla e graffite oppure fango. Così, ogni proposta dà vita a immagini diverse che spaziano dal classico al contemporaneo.
“L’innovazione – spiega Giulio Cappellini, direttore creativo di Flaminia – ha senso solo se riesce a rispondere in modo chiaro e coerente alle reali necessità del fruitore, regalandogli non solo oggetti belli e funzionali ma facendolo sognare e sorridere”. Un concetto che l’azienda ha voluto mostrare visivamente attraverso una serie di scatti fotografici di Santi Caleca, raccolti nel volume Good Morning Design e edito da Rizzoli. Qui l’occhio del fotografo indaga un’inedita dimensione artistica degli elementi firmati Flaminia scoprendone la forza scultorea all’interno dell’architettura. Ogni pezzo risulta così essere decontestualizzato e reinterpretato nei grandi volumi definiti da luci e ombre, linee e superfici, pieni e vuoti. Cosicché, è l’anima delle cose a rivelarsi, esattamente come l’anima degli spazi abitati.