Anche la cosiddetta locomotiva tedesca deve fare i conti con le congiunture negative dell’economia globale che non risparmia nessuno. Anche se negli ultimi 8 anni sono oltre 100.000 i punti vendita del settore dell’oggettistica da complemento e della mise-en-place che hanno deposto la spugna, la dinamicità di una manifestazione come Ambiente (la più importante al mondo) è il motore che rimette in moto l’energia di questo settore.
E il segnale forte è arrivato addirittura (e per fortuna, hanno detto in molti) dai commercianti tedeschi che quest’anno hanno ripopolato gli stand della manifestazione.
L’equilibrio a lungo inseguito tra trade tradizionale e vendite online ha forse finalmente trovato una sua stabilità che ha cancellato le non poche ruggini tra aziende e canale.
Quella che fino a qualche anno fa era considerata solo una bolla – stiamo parlano del mercato parallelo legato al digitale – oggi è una realtà consolidata con cui è oggettivamente possibile fare i conti.
I comportamenti degli utenti finali sono cambiati e conseguentemente il mondo del trade non poteva rimanere a guardare per troppo tempo.
Le esperienze del B2C digitale e una razionalizzazione (non facile) dei moventi di acquisto hanno spinto Ambiente a costruire un marketplace B2B dove trovano posto le multinazionali, ma anche i piccoli produttori di nicchia.
La ethical wave non ha risparmiato neanche questo settore dove sempre più consumatori non guardano solo all’estetica e al glamour, ma considerano l’acquisto sostenibile come una necessità e una virtù: è indubbio che anche la green economy ha in sé aspetti di tendenza, ma ben venga se questo dà vigore al settore e contemporaneamente migliora l’ambiente.
L’edizione 2020 (da 7 all’11 febbraio) dirà se questa è una tendenza o solo uno step in vista di scenari differenti.