L’edificio rivela la sua fisionomia architettonica stagliandosi nel profilo urbano con guglie, torri e torrioni, esibendo gli stilemi neogotici di fine Ottocento, quando appunto è nato, e la successiva contaminazione di dettagli neorinascimentali, per trovare infine nell’Eclettismo i suoi caratteri estetici definitivi. 1898 Post si estende su due piani e il progetto di interior, affidato a Geraldine Dohogne, ha voluto imbastire un dialogo discreto ma ininterrotto tra passato e presente. Lo fa senza generare stridori, mantenendosi rispettoso dell’impianto e della storia, grazie al dosaggio sapiente di tonalità e forme inedite di luce.
Le camere, in tutto 38, cambiano nome a seconda della metratura attingendo per lo più al lessico postale: dalle meno ampie Stamp room (francobollo) che misurano 19 mq, alle Postcard, Letter e Suite. C’è anche un loft di 65 mq, sebbene lo spazio privato più sorprendente risulti essere la Tower Suite, sia per la pianta ottagonale della torre che occupa, in cima all’hotel, sia per la vista a 360 gradi sulla città.
Quasi tutte le stanze hanno mantenuto i soffitti a doppia altezza inserendo in alcuni casi soppalchi.
In ognuna si percepisce un’atmosfera rilassata: toni verdi scuro sulle pareti, piastrelle ottagonali di marmo nei bagni abbinate a sanitari retrò con finiture in ottone, accessori, libri e cartoline del primo Novecento collocate con gusto sui comodini.
Disposizioni domestiche capaci di trasformare tutti gli oggetti in un racconto che negli spazi comuni si adeguano a una vera e propria intenzionalità scenica ricreando l’imagerie di memorie legate all’identità del luogo. A cominciare dal corridoio che conduce alla reception dove, oltre ai mobili d’epoca, si possono ammirare – tutti incorniciati – i bozzetti di Louis Cloquet e i sigilli araldici delle più aristocratiche dinastie fiamminghe.
Ma durante gli spostamenti interni l’occhio viene continuamente sollecitato anche dal campionario iconografico dei gargoyle e delle statue presenti sulla facciata che è impossibile escludere dal campo visivo grazie alle grandi e numerose vetrate, di cui si sono mantenute le cornici originali.
Un’ospitalità intrigante e confortevole si prolunga nei bar della struttura, l’Honesty, The Kitchen e il Cobbler, uniti nella palette cromatica che predilige i grigi e le terre. Pareti delabré sospese tra la ricercatezza ottocentesca e il décor minimalista delimitano gli spazi di The Cobbler sul filo della storia dove si compenetrano e conservano i ricordi, mentre gli arredi classici in cuoio e lino e il grande bancone all’inglese con bottigliera a vista rievocano cocktail bar per momenti di piacere senza tempo.