La natura sembra che sussurri, a Kyoto. Nonostante le sue ‘ricorrenze’ scandiscano con tocchi inequivocabili l’avvicendarsi delle sue quattro stagioni. I ciliegi in fiore in primavera, i muschi all’ombra di alberi rigogliosi d’estate, gli aceri che si accendono di rosso in autunno e la neve che resetta il ciclo col suo manto silenzioso per prepararlo al nuovo.

Non poteva che essere dunque Kyoto, piuttosto restia a rivelare i suoi segreti, la città scelta da Four Seasons per dare risposta agli ospiti che quei tesori hanno tutta l’intenzione di scoprirli. Facilitati in partenza dal sito in cui il resort si insedia: il quasi millenario giardino Shakusuien Ikeniwa, a pochi minuti dal centro e circondato da secoli di storia. Per HBA Hirsch Bedner Associates, studio firmatario del progetto, l’attenzione verso la peculiarità del luogo diventa elaborazione intellettuale sia del legame tra uomo e natura, sia della continuità di una tradizione di ricchezza simbolica degli spazi e degli elementi. Le strutture narrative sono quasi sempre appoggiate a una geometria molto evidente che si inserisce tra gli spezzoni di verde e le placide acque dello stagno.

Gli ospiti vengono accolti nella lobby percorrendo una foresta di bambù che conduce a un santuario. È un ambiente spazioso progettato in collaborazione con l’artista giapponese Ramon Todo che ricorda il giardino Zen per la pavimentazione in pietra Aji, mosso dai giochi di luce procurati dalle schermature in carta shoji, svolazzanti lungo ampissime vetrate.

Le 123 camere e suite, insieme alle oltre 57 residenze, reinterpretano le caratteristiche della casa tradizionale giapponese e l’essenzialità regale delle sue forme. Tra gli elementi ricorrenti: la pavimentazione in legno di quercia, i tatami, le lampade di carta washi, i bagni con le pareti in pietra e una lussuosa doccia a pioggia che simula una cascata all’interno di una foresta di bambù.

La raffinata ospitalità d Four Seasons si estende ad altri numerosi servizi: una cappella per matrimoni; una spa con la piscina riscaldata; una sala da ballo; la casa del tè Shakusui-tei, sale riunioni in cui la semplicità complessiva viene stuzzicata da intricate sculture; e quattro punti di ristoro, tra cui la brasserie progettata da Kokaistudios che, situata tra la hall e il giardino, diventa il principale spazio pubblico, nonché rappresentativo, dell’intero resort.

La lunga facciata tra il ristorante e il giardino, posta sul lato nord dell’intero complesso alberghiero, è diaframma trasparente sul paesaggio, mentre il layout interno si adegua intorno e sotto il disegno asciutto di un’imperativa architettura lignea definendo tre diverse funzioni. All’ingresso una zona salotto a doppia altezza, nella zona centrale un bar che si distingue per il bancone di pietra continua, lunga 15 metri e lavorata secondo un’antica tecnica artigianale locale, e infine una sala da pranzo caratterizzata da una serie di strutture di bambù concepite come nidi in cui potersi appartare. L’attenzione per i materiali, per la loro ricerca e le rispettive lavorazioni, si completa negli esterni con la scelta di arredi di produzione europea.

Client/Owner: Four Seasons Hotels and Resorts
Architectural and interior design: Hirsch Bedner Associates (HBA)
Interior design Brasserie: Kokaistudios
Main suppliers: Stone, Antolini Luigi & C., G.A Co., Henge
Furnishings: Armani Casa, Dedar, Garrett Leather, Gervasoni, Hosoo, Japan Sakura Seisakusho, Manas, Ritzwell, Tiger Leather, Veranda
Lighting: Ricardo Lighting
Timber: Maruhon, Tabu
Carpets: Brintons Carpet Singapore, Couristan Carpets
Wallcovering: Goodrich Global Singapore, Tapetex bv, Teruki Ishigani Sangetsu
Shoji paper/Urushi material: Eriko Horiki Ass (feature wall), Kamism, Precious Pieces (Hiro Odaira), Yamauchi Urushi
Photo credits: Will Pryce, Seth Powers (Brasserie)