Sicuramente non si potranno più ascoltare dal vivo leggende del jazz come Count Basie, Duke Ellington e Buddy Rich, che negli anni della Jazz Age si esibivano nella sala da ballo all’ultimo piano del St Regis New York, ma nel nuovo hotel della catena di lusso aperto da alcuni mesi a Dubai, gli ospiti potranno senz’altro bere un Bloody Mary, il famoso cocktail inventato nel 1934 da Fernand Petiot, nel King Cole Bar – o la sua recente variazione Golden Mary, fatto con il succo dei pomodori gialli –, assistere al ‘rito’ della sciabolatura della bottiglia di champagne, o acquistare il profumo Caroline’s Four Hundred, inventato dal scent designer Carlos Huber di Arquiste e dedicato a un famoso ballo con 400 ospiti organizzato dalla famiglia Astor, proprietari dell’albergo.
Il patrimonio di tradizioni, cultura e savoir vivre che contraddistingue il primo St Regis sulla 5th Avenue ritorna per i suoi estimatori anche nel nuovo indirizzo di Al Habtoor, quartiere multifunzione in corso di realizzazione a Dubai, su progetto di John R Harris and Partner con la supervisione operativa dello studio di architettura Khatib and Alami, e sviluppato sulla principale arteria urbana Sheikh Zayed Road. Affacciato sul Dubai Water Canal il nucleo urbano prevede la costruzione di tre strutture delle catene W Hotel e The Westin oltre al St Regis, tutti gestiti da Starwood Hotels and Resorts Worldwide, tre torri per residenze, numerosi spazi commerciali di lusso, giardini, una promenade sull’acqua oltre a un teatro per spettacoli acquatici.
Seppur posizionato in un complesso architettonico contemporaneo, l’architettura e il design degli interni, curato da Bilkey Llianas, dell’hotel rispecchiano in modo eclettico l’originale stile Beaux Arts voluto da John Jacob Astor IV quando nel 1904 fece erigere il St Regis, specchio favoloso della Golden Age americana precedente alla crisi degli anni ’20.
A Dubai, i rigogliosi giardini di ingresso, che nascondono un eliporto, fanno da anticamera ‘naturale’ a una lobby di grande e antica opulenza. Organizzato attorno e al di sotto di un Hollywoodiano scalone ornamentale a doppia rampa, con balaustra finemente decorata a motivi floreali, lo spazio è scandito da colonne e decorato da stucchi candidi in pareti e soffitti, marmi di ogni tipo in composizione concentrica nel pavimento, per introdurre gli ospiti in una diversa dimensione, temporale e mentale, che informa i sei piani dell’albergo.
Oltre alla sala per ricevimenti, le dieci sale riunione, gli otto bar e ristoranti, molti dei quali ispirati ad atmosfere parigine, le due piscine, la Iridium spa, il punto forte dell’ospitalità si concentra senza dubbio sulle raffinatissime stanze, 182 da De Luxe a Grand De Luxe, e sulle 52 suite di diversa ispirazione e dimensione, dalla Executive alla St Regis, dalla Empire alla Caroline Astor Suite, dalla Grand Suite alla Royal Suite, alla Signature Suite dedicata a Sir Winston Churchill che con ben 913 metri quadrati si immerge con un decor a tema nella storia europea e si sviluppa su due piani in cima all’albergo. Ritorna qui il tema della scala ornamentale, che con forma elicoidale porta alla cupola centrale dell’ultimo piano e dà accesso alla terrazza con piscina e alla vista sui giardini. Per concessione della Churchill Heritage Ltd, la suite conserva una collezione di 15 dipinti, foto e opere d’arte provenienti dagli archivi Churchill. Di dimensioni più ridotte e inaugurata più di recente, la Bentley Suite, disegnata da Wimberly Interiors e ispirata alla Mulsanne, è invece un omaggio alla maestria artigianale e allo status symbol collegato al marchio automobilistico da sempre partner del St Regis. Le forme nitide e aerodinamiche abbinate all’utilizzo della pelle come rivestimento di molti arredi sono un chiaro riferimento alle caratteristiche del car design di lusso, ambasciatore di eleganza e savoir faire in tutto il mondo, esattamente come i molti St Regis.