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Owner: Delvaux
Interior design: Vudafieri Saverino Partners
Furnishings: Barth on designs by Vudafieri Saverino Partners
Lighting: Studio Amort – Emotional Lighting Design
Photo credits: Santi Caleca

Delvaux, “Maison quintessenzialmente belga” che nel 1908 diede i natali alla borsa proprio come la intendiamo oggi, ha da poco inaugurato un nuovo store nel cuore di Bruxelles: Le 27. Il progetto firmato dallo studio italiano Vudafieri-Saverino Partners, di fatto curatore di diverse realtà espositive Delvaux nel mondo, celebra la filosofia e l’heritage del marchio incoraggiando un racconto visivo che sfuma nell’allestimento museografico, nello spazio indefinibile della contaminazione, animato da una coralità espressiva che innesca l’equivoco del tempo.

Ad arricchire gli interni della sontuosa villa che ospita la boutique, già eredi di un eclettismo storicista che combina modanature ottocentesche, medaglioni, specchi, affreschi, e materiali quali marmo, legno e ferro battuto, contribuiscono la coloratissima collezione di ceramiche del XX secolo, alcuni tra i più emblematici pezzi del design belga del Novecento – firmati da Jules Wabbes, Pieter de Bruyne, Renaat Braem, Emiel Verannema – e di quello più contemporaneo di Nathalie Dewez, Alain Berteau, Ben Storms e dell’italiano Gino Sarfatti. Mentre i ritratti fotografici dell’artista argentina Romina Ressia imbastiscono l’illusione temporale accostando artefatti quotidiani, il più delle volte kitsch ma in ogni caso ironicamente spiazzanti, a luce, pose, abiti e ad acconciature di chiara matrice cinquecentesca.

Le borse e gli accessori Delvaux, per natura giocosa ed eccentrica interpretazione del lusso, vengono valorizzati in un dialogo serrato con le opere attraverso l’interazione di elementi modulari che uniscono rigore geometrico e supporti trompe-l’oeil. Gli espositori a parete sono pensati come quadri astratti, il cui design è un chiaro omaggio al movimento artistico De Stijl di Mondrian. La loro forma geometrica e classica è bilanciata da bande verticali colorate di grigio chiaro, che ne interrompono la simmetria. A questi si abbinano mensole e consolle: progettate per restituire una combinazione di forme minimali asimmetriche e impreziosite da materiali come il marmo o il nichel lucido, usati comunemente nel design del mobile durante il periodo Art Déco. L’accostamento tra l’apparente semplicità degli arredi espositivi a parete in stile Mondrian, le rifiniture barocche degli armadi e l’irriverenza delle strisce fuori centro sottolineano l’equilibrato contrasto tra classico e moderno, tra regola ed eccezione, che è poi sostanzialmente il riflesso dell’anima surrealista di Delvaux, nelle cui collezioni forme classiche e rigorose dialogano con inserimenti estremamente moderni e gradevolmente giocosi.