L’architetto Mauro Lipparini racconta la sua lunga collaborazione con MisuraEmme. Dal successo degli esordi ai piĆ¹ recenti progetti, che sono presentati in anteprima al Salone del Mobile.
Quando ĆØ iniziata la sua collaborazione con MisuraEmme?
Ho incontrato per la prima volta i proprietari, Gianni Borgonovo e Daniela Mascheroni, nel 1999. InĀ quel periodo l’azienda era maggiormente orientata al mercato italiano, ma stava iniziando a proporsi con convinzione anche allāestero. Aveva quindi bisogno di sviluppare nuove collezioni, in grado di esprimere lo stile italiano con un appeal internazionale. Io ho sempre viaggiato e lavorato fuori dallāItalia, soprattutto in Estremo Oriente; per questo motivo ai miei prodotti ĆØ sempre stata riconosciuta questa inclinazione. L’azienda ha cosƬ visto in me il designer in grado di accompagnarla in questa avventura.
Qual ĆØ stato il primo progetto realizzato assieme?
Il sistema letto Tao, una piattaforma modulare leggermente sollevata dal pavimento. Un tatami rialzato, occidentalizzato, che riscosse un successo sorprendente e ha generato unāenorme quantitĆ di varianti assimilabili alla customizzazione, ma realizzate allāinterno di uno standard produttivo.Ā Tuttāoggi continuo a rinnovarlo e a evolverlo, cosƬ da mantenere lāattualitĆ estetico-funzionale di proposta.
Per MisuraEmme lei ha firmato sistemi di contenitori, letti, tavoli, divaniā¦ un habitat completo. Come scegliete i prodotti da sviluppare?
Lāazienda ĆØ notoriamente collocata nel settore dei sistemi. Tuttavia, giĆ dallāinizio della nostra collaborazione mi ĆØ stato chiesto di integrare questa proposta con prodotti in grado di dialogare con le ambientazioni MisuraEmme, ma che potessero anche vivere da soli, il cosiddetto loose furniture. CosƬ sono nati nuovi prodotti singoli, aggregabili e protagonisti di una casa che noi cerchiamo di rendere poetica ed espressiva. Credo che Gramercy rappresenti bene questo concetto. Eā un tavolo essenziale, con una struttura in legno massello curvato, parzialmente scolpito, un materiale atipico per le aziende che fanno sistemi. Il piano invece ĆØ in vetro fumĆØ o satinato. Quando ĆØ satinato si percepiscono le ombre della struttura, una specie di āamantide religiosaā dalle forme sinuose, che contrastano con la leggerezza e la linearitĆ minimal del piano.
Il tema del contrasto mi sembra ricorrente nei suoi progetti di design e architetturaā¦
PuĆ² darsi sia un pregio o un difetto. Non riesco a lavorare su un concetto univoco. L’idea di trovare un equilibrio tra elementi contrastanti mi stimola molto.
Quali nuovi progetti presenterete al Salone del Mobile?
Il programma ĆØ molto ricco. Innanzitutto Argo, un divano che rappresenta lāevoluzione di Tao Sit, Gran Sit e del Sit-In. Ho condensato queste tre esperienze del sistema componibile in unāarticolazione che giĆ esisteva sin dal 2005. La piattaforma e gli elementi a āCā, originariamente presenti in tutte le precedenti proposte, sono riproposti con una superficie morbida che, oltre a conferire maggior contemporaneitĆ , sottolinea il linguaggio volumetrico di ispirazione architettonica.
Poi Acanto, una collezione di ante per armadi con maniglia di forma lineare, geometrica e leggermente sinuosa, in massello di legno e/o laccata, con cui ho voluto esplorare le potenzialitĆ decorative di questo elemento spesso relegato a un ruolo strettamente funzionale.
Night + Day ĆØ invece una nuova boiserie che integra tre sistemi esistenti, Tao, Crossing, e Layer, generando una sinergia compositiva articolata e di grande impatto grafico. Infine presenteremo Palo Alto, un armadio caratterizzato dalla massima trasparenza frontale e posteriore con la possibilitĆ di organizzare gli interni con semplicitĆ e rigore, attraverso lāutilizzo di profili di alluminio attrezzabili che sostituiscono in toto il classico pannello divisorio.