I colori della pietra, del mare e del tempo

Rintracciare Venezia, progetto-installazione curato da Zanellato/Bortotto e De Castelli per Homo Faber, è un’affascinante rilettura contemporanea di un tesoro decorativo antico. E ne racconta la fragilità

Tracing Venice, Homo Faber 2022 - Photo © Alessandra Chemollo, Michelangelo Foundation
Tracing Venice, Homo Faber 2022 - Photo © Alessandra Chemollo, Michelangelo Foundation

Uno dei motivi per andare a visitare Homo Faber, rassegna-evento a Venezia dedicata ai mestieri d’arte contemporanei (Isola di San Giorgio, fino al 01-05-2022), è Rintracciare Venezia, installazione site specific realizzata con la curatela di Zanellato/Bortotto e DeCastelli.

Il fulcro del progetto è costituito da una serie di opere, grandi pannelli realizzati in mosaico di metalli ispirati ai pavimenti della Basilica di San Marco. Ai disegni, geometrie intricate e affascinanti, manca sempre qualche tassello: è un modo per ricordare la fragilità di questi decori, che da secoli oltre all’usura subiscono l’acqua alta. Ma anche la loro capacità di resistere al tempo.

«Nel nostro lavoro ci siamo spesso ispirati a Venezia, a partire dal primo lavoro (il progetto “Acqua Alta”: una serie di tessuti nati e sviluppati in collaborazione con Rubelli, alcune fragranze con diffusore e una lampada da tavolo – ndr). È una ricerca costante sulla città», osserva Giorgia Zanellato. «Con l’acqua alta eccezionale nella notte tra il 12 e il 13 novembre 2019 abbiamo ripreso in mano un’idea, lavorare sui mosaici dei pavimenti di San Marco: è il punto più basso della città, il più interessato dal fenomeno della marea, in continuo deterioramento. Il nostro progetto nasce anche per sensibilizzare sull’argomento».

I motivi sono stati poi ricreati in metallo: «Volevamo che fosse una rilettura, non una copia. In De Castelli, che ha a catalogo più di 50 finiture diverse per i metalli, abbiamo trovato l’interlocutore perfetto, capace di ricreare l’anima delle diverse pietre. Così alla fine è diventato un lavoro che abbiamo fatto insieme».

Giorgia Zanellato & Daniele Bortotto - Photo © Laila Pozzo, Michelangelo Foundation
Giorgia Zanellato & Daniele Bortotto – Photo © Laila Pozzo, Michelangelo Foundation

«Il progetto è stato sviluppato durante la pandemia: una fase di stallo per l’azienda che però le ha concesso di trovare tempo per questo tipo di ricerca, che a cose normali forse avrebbe fatto più fatica a seguire», aggiunge Daniele Bortotto. Un progetto prezioso – ogni tessera è lavorata singolarmente – e di grande impatto visivo. Che potrebbe un giorno essere industrializzato e reso commerciabile. Da tenere d’occhio.