Oltre la forma: l’umanesimo di Thomas Heatherwick

Durante una conferenza tenuta in occasione di Design Shanghai, il designer inglese ha presentato una riflessione sullo spazio costruito contemporaneo, basata sui temi introdotti nell’edizione cinese del suo libro “Humanism”

Thomas Heatherwick, Humanise

Thomas Heatherwick è noto per il suo approccio unico e altamente innovativo nell’architettura, che combina elementi di design, arte e ingegneria in maniera spettacolare. In Cina, Heatherwick ha lasciato un segno distintivo realizzando progetti che hanno rigenerato lo spazio urbano, promuovendo un’interazione tra l’ambiente e i suoi fruitori. 

Heatherwick Studio, UK Pavilion, Shanghai World Expo 2010

Una delle realizzazioni più emblematiche di Heatherwick in Cina è il Padiglione del Regno Unito all’Expo di Shanghai, nel 2010, uno straordinario edificio costruito utilizzando 60.000 sottili barre di fibra ottica che s’irradiavano dall’esterno verso l’interno, creando un ambiente dinamico. Sempre a Shanghai, Heatherwick ha dato vita a 1000 Trees, un vasto complesso multifunzionale, caratterizzato da blocchi voluminosi che sembrano spuntare dal terreno, con alberi che crescono da ciascuna delle sue cime, dissolvendo visivamente i confini tra l’architettura e la natura.

Il designer inglese è stato invitato dalla fiera Design Shanghai a tenere una conferenza in occasione del lancio dell’edizione cinese del suo ultimo libro “Humanise” – pubblicato l’ottobre scorso nel Regno Unito da Viking, una collana di Penguin. “Humanise” offre un’analisi appassionata delle pratiche architettoniche contemporanee che, secondo Heatherwick, acuiscono la disconnessione sociale e il degrado ambientale. Il libro, che trae spunto da tre decenni di esperienza architettonica dell’autore e dagli ultimi studi in neuroscienze e psicologia cognitiva, sostiene che gli edifici ben progettati possano elevarci e rafforzare il nostro tessuto sociale.

Heatherwick Studio

Heatherwick vede nella Cina un terreno fertile per l’innovazione nel design a livello globale, unendo l’estetica alla praticità per rivitalizzare e migliorare gli ambienti urbani. Ha messo in discussione l’enfasi tradizionale della disciplina del design sugli elementi funzionali e interni degli edifici, come l’illuminazione, la circolazione dell’aria e l’ottimizzazione degli spazi, proponendo invece di concentrarsi sulle esteriorità degli edifici – non solo sulle loro forme architettoniche ma su come queste interagiscono con le emozioni umane e la vita pubblica.

Secondo Heatherwick, è stata trascurata la capacità degli esterni architettonici di suscitare coinvolgimento emotivo tra la maggioranza delle persone che sperimentano questi spazi principalmente dall’esterno. Sostiene che un grosso segmento di cittadini si senta distaccato dai design architettonici che modellano il loro ambiente, spesso percepiti come sterilii o impersonali. Questo distacco non solo diminuisce la connessione comunitaria ma ignora anche l’interazione più ampia del pubblico con gli elementi architettonici di una città.

Heatherwick Studio, Maggies, Leeds – photo © HuftonCrow

L’obiettivo del suo discorso si orienta verso l’impatto sociale delle scelte di design e il potenziale dell’architettura di migliorare la vita quotidiana rendendo gli spazi non solo funzionali ma anche emotivamente risonanti. Sottolinea l’importanza di considerare come gli edifici possano vivacizzare gli spazi pubblici, fomentando un senso di comunità e appartenenza piuttosto che perpetuare l’alienazione.

Il suo appello per i futuri progetti è che siano più inclusivi e sensibili ai bisogni umani, promuovendo un’etica architettonica che valorizzi forma e funzione ma dia priorità alla connessione emotiva. Questo approccio potrebbe ridefinire il modo in cui le città sono progettate e vissute, rendendole non solo più efficienti ma anche più umane e coinvolgenti.

Thomas Heatherwick – photo © Andy Parsons