Regina Experimental - photo © Mr. Tripper
DATA SHEET

Client: Experimental Group
Architect & Landscape design: Henry Martinet
Interior design: redesigned by Dorothée Meilichzon
Furnishings: custom-designed
Lighting: Ingo Maurer, Anthony Dickens
Graphic design: Studio L’Etiquette
Photo credits: Mr Tripper

Ispirazioni neo-basche, tributi Déco, pennellate cromatiche e il richiamo perenne al mare, pardon all’oceano, che si spalanca lì di fronte. Entrare al Regina Experimental, capolavoro in stile Belle Époque sul lungomare di Biarritz, è quasi straniante: nell’atrio alto 15 metri illuminato da un tetto in vetro Eiffel, attorno al quale nel 1907 l’architetto-paesaggista Henry Martinet aveva costruito l’hotel, la storia dialoga con la contemporaneità mettendo in scena un’estetica elegante e raffinata a firma Dorothée Meilichzon, autrice del revamping stilistico per conto della nuova proprietà, il brand Experimental, fondato da Olivier Bon, Pierre-Charles Cros e Romée De Goriainoff. 

Per confrontarsi con il mito (il Regina è il secondo hotel più antico di Biarritz) la progettista, vincitrice di numerosi premi nel campo dell’hotellerie, ha voluto rendere un tributo al genius loci, fatto di identità basca e rimandi allo stile Déco che in epoca Belle Époque, quando la cittadina sul Golfo di Biscaglia era la meta prediletta di nobili e teste coronate, ha lasciato in eredità architetture bellissime molto radicate nel territorio. 

Per non rimanere intrappolata nel passato Dorothée Meilichzon però ha guardato lontano, fino a incontrare la cultura giapponese, qui interpretata con lacche rosse e nere, carta di riso e pannelli in tessuto, onnipresenti in tutti gli spazi. Prendono ispirazione dalla costa e dall’oceano le linee arrotondate dei molti arredi su misura, come i divani verde bottiglia, blu oltremare e corallo nei salottini dell’atrio, accostati l’uno all’altro senza filtri divisori e illuminati dalle lampade di Ingo Maurer e Anthony Dickens appese lungo le colonne.

Ha una silhouette a piroscafo il monumentale bancone del cocktail bar in stile anni Venti, ispirato allo stile modernista di Eileen Gray. E le camere (72, affacciate sull’oceano o sul celebre campo da golf) ricordano le cabine di una nave da crociera, moderna e iper colorata: si passa dal bianco al verde scuro, dal rosso-basco alla delicatezza diafana della carta giapponese, ravvivata dalle cornici in corda di alcuni specchi, le righe marinaresche delle poltroncine e gli affreschi in gesso a motivi acquatici.

Nel ristorante di cucina gastronomica basca dominano il gres del pavimento, i soffitti a cassettoni in lacca giapponese e, di nuovo, le sedute a strisce bianche e rosse. Come rosse sono le arcate delle nicchie ritagliate lungo le pareti, e i numerosi tavoli per pranzare all’aperto, sulla terrazza, respirando la brezza dell’oceano.