La forza di un’idea

Un segno, due possibilità d’uso, infinite variazioni: un progetto di Simone Bonanni trasforma vibrazioni minimali in decorazione. E porta una nuova logica nel mondo dei rivestimenti ceramici

“Flicker” by M+, design Simone Bonanni
“Flicker” by M+, design Simone Bonanni

Il mondo dei rivestimenti ceramici sta vivendo una stagione effervescente. Da una parte c’è l’evoluzione delle tecnologie di stampa, che con il digitale sono entrate in una nuova era. Dall’altra, l’evoluzione del gusto ha riportato il pubblico a desiderare ambienti colorati e materici.

Flicker (in inglese sfarfallio, scintillio), rivestimento indoor progettato per M+ dal giovane designer Simone Bonanni (classe 1989), va in questa direzione ma a modo suo, lavorando per sottrazione – senza per questo accantonare l’emozione.

La collezione è tutta basata su un gesto grafico semplice, quasi banale: parte da un segno su una tessera di ceramica e si moltiplica quasi fosse una cellula che per mitosi si riproduce. Il risultato è un pattern mai uguale che definisce lo spazio, si integra con l’ambiente e lo caratterizza in modo discreto ma forte.

L’elemento base è una tessera quadrata 20 x 20 mm con al centro un piccolo rettangolo scavato nel suo spessore. In fase di posatura l’impronta si riempie con lo stesso stucco di cui sono fatte le fughe e il disegno si completa.

«Mi interessa il movimento, la vibrazione. Mi sono concentrato esclusivamente sul disegno del singolo manufatto, consapevole che un segno grafico su una tessera, specialmente se minimo o quasi impercettibile, avrebbe generato a cascata una pulsazione complessiva», spiega il designer.

Bonanni – che in parallelo all’attività di designer insegna Product Design allo IED Milano – non è nuovo a queste operazioni: nel 2019 ha progettato per Alessi e Hansa Kandinsky, un rubinetto pensato come una scultura, nel 2022; e quest’anno, per Weed’D, due oggetti legati al (difficile) mondo del fumo, uscendo dal binomio classico oggetto/destinazione d’uso, sdoganandone il senso e portandolo nel mondo del decoro da esporre. Un atteggiamento che fa di lui uno dei più titolati rappresentanti della nouvelle vague italiana della progettazione.