Un’idea totale di futuro

Il Futurismo e le sue ramificazioni nelle arti applicate (antesignane di quello che oggi chiamiamo design) protagoniste di una mostra al Kröller-Müller Museum di Otterlo

“Metropolis” by Fritz Lang, 1927
“Metropolis” by Fritz Lang, 1927

Per il Futurismo, arte e vita erano due espressioni inscindibili dello stesso pensiero: teatro, cucina, moda, arredamento, tutto veniva investito dalla rivoluzione di cui il movimento si faceva portabandiera. Era la celebrazione della bellezza della macchina, della modernità: “un’automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bella della Nike di Samotracia”, scriveva Filippo Tommaso Marinetti nel Primo Manifesto del Futurismo (1909).

Fortunato Depero, manifesto per “Balli plastici”, 1918
Fortunato Depero, bottiglia Campari Soda, 1932

Oggi una mostra al Kröller-Müller Museum di Otterlo, nei Paesi Bassi, racconta questa idea estetica a 360°: Il futurismo & l’Europa. L’estetica di un nuovo mondo (29/04 – 3/9). Accanto a dipinti e sculture saranno esposti mobili, tappeti, ceramiche, design di interni e scenografie, abbigliamento, libri e opere grafiche, oltre a oggetti di uso comune come la famosa bottiglia di Campari Soda disegnata da Fortunato Depero.

Gerrit Rietveld, sedia “Berlin”, 1923
Filippo Tommaso Marinetti e altri, “Parole in libertà”, 1915

Per Giacomo Balla e Depero, firmatari del manifesto Ricostruzione Futurista dell’Universo, le innovazioni sviluppate nelle arti tradizionali – pittura e scultura – dovevano essere utilizzate per la trasformazione della vita quotidiana in un universo di tipo nuovo: una “opera d’arte totale”.

Umberto Boccioni, “Forme uniche della continuità nello Spazio”, 1913 – Photo © Marjon Gemmeke
Giacomo Balla, Paravento con linea di velocità, 1916-1917 – Photo © Rick Klein Gotink

La mostra di Otterlo mette in relazione anche i legami del Futurismo con altri movimenti europei come De Stijl e Bauhaus: l’ideale futuristico della fusione tra arte e vita aveva aperto all’avanguardia europea una strada del tutto nuova, forse la più feconda del Novecento. Per i futuristi entrare nella scena delle avanguardie internazionali significò allargare i propri orizzonti e affinare le proprie idee.

Luigi Russolo, “La rivolta”, ca. 1911

La mostra parte da un nucleo di opere della collezione permanente del Kröller-Müller ed è arricchita da prestiti provenienti da tutta Europa e dal resto del mondo. E l’ambito dei futuristi italiani (tra i presenti in mostra: Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Fortunato Depero, Antonio Sant’Elia, Benedetta Cappa ed Enrico Prampolini) verrà messo in dialogo con esponenti di altre avanguardie europee: Theo van Doesburg, Gerrit Rietveld, Georges Vantongerloo, Sonia Delaunay, Le Corbusier, Pablo Picasso, Olga Rozanova, Natalia Goncharova, El Lissitzky, Vladimir Tatlin, Alexander Rodchenko, Walter Gropius, Oskar Schlemmer e Alma Siedhoff-Busscher.