Progettare con l’intelligenza artificiale

Stanno nascendo strumenti radicalmente nuovi per la creazione di idee. Alla base di tutto ci sono i nuovi motori di intelligenza artificiale, capaci di generare immagini partendo da una descrizione o anche solo da pochi input scritti

Garden Pavilion, design a.i.gency & Pierre Huyghe (made with Midjourney)
Garden Pavilion, design a.i.gency & Pierre Huyghe (made with Midjourney)

C’è una commedia hollywoodiana fine anni ’50, Auntie Mame, in cui la protagonista ogni settimana cambia arredamento – e stile – al suo appartamento newyorkese, in un via vai continuo di imbianchini e traslocatori. È quello che fa, anche se in modo virtuale (ma molto più rapido) Interior AI, piattaforma online che si basa su un motore di intelligenza artificiale: si carica una fotografia dell’ambiente che si vuole arredare e si sceglie come trasformarlo una palette che prevede trentadue stili diversi, dal medievale al cyberpunk passando per lo zen e il Midcentury Modern.

Immagine originale di uno spazio
Rielaborazione di Interior AI sullo stile “Minimalist”

In pochi secondi Interior AI genera una nuova versione dell’ambiente, compresi accessori come piante e quadri alle pareti. Le immagini spesso mostrano incongruenze: tavoli e sedie con troppe gambe – o troppo poche, specchi che riflettono cose che nella stanza non ci sono. Ma il colpo d’occhio funziona e dà l’idea. E per cambiare stile basta un click. Questa è una delle più recenti applicazioni dell’AI al design: un binomio di cui non si parla molto e che molti professionisti giudicano poco interessante, ma dalle potenzialità in crescita. Perché più l’intelligenza artificiale lavora, più impara.

Interno sviluppato su Stable Diffusion (autore William Cusick)

Un altro strumento dalle notevoli capacità di calcolo è Planner 5D, capace di trasformare in modello 3D la pianta di un immobile (anche in formato JPEG) e in seguito di arredarla virtualmente e visualizzarla in modo abbastanza realistico. Il team di sviluppatori dietro a Planner 5D sta lavorando anche su un altro progetto, Auto Furnishing, uno strumento che prenderà una planimetria, aggiungerà l’input dell’utente (“Ho un bambino e due gatti, e mi piacciono gli anni ’50”, per esempio), e creerà un modello generato algoritmicamente. Non diversamente da quello che potrebbe fare un interior designer umano. Come i classici configuratori di arredo, ma col turbo.

Concept Room design William Cusick (su Stable Diffusion)
Concept Room design William Cusick (su Stable Diffusion)

Tutti questi programmi al momento risultano più appetibili al grande pubblico che non ai professionisti, per una serie di motivi: le immagini spesso non sono di buona qualità, capita come dicevamo di trovare incongruenze. E i pezzi di arredo utilizzati, in quanto sintesi del materiale raccolto in centinaia di migliaia di foto recuperate online, non corrispondono a modelli reali presenti sul mercato e quindi acquistabili.

Ma gli aspetti rivoluzionari ci sono: la velocità di processazione delle immagini, il fatto che gli strumenti base sono quasi sempre gratuiti. E soprattutto il fatto di poter dare indicazioni verbali che la macchina traduce in immagini, in modo intuitivo e spesso sorprendente. E soprattutto senza bisogno di passare ore a progettare.

Immagine creata da matteofanicchia_architecture (su DALL-E)

È proprio quest’ultimo dato ad affascinare molti creativi: ci sono già degli appassionati che, appoggiandosi alle varie piattaforme che usano AI (Midjourney, DALL-E, Stable Diffusion), producono immagini che colpiscono. Basta fare una passeggiata su Instagram per rendersene conto. Presto avremo computer creativi? Difficile dirlo, perché la creatività è una caratteristica essenzialmente umana. Ma sarà interessante vedere dove ci porterà questa effervescenza di idee, resa possibile dalla tecnologia.