Hublot premia l’identità creativa

Gratificare il potenziale dei designer in erba: è questa la missione dell’Hublot Design Prize. Assegnato, per l’edizione 2022 (la settima), durante una cerimonia alla Serpentine Gallery di Londra

All the finalists of the Hublot Design Prize 2022
All the finalists of the Hublot Design Prize 2022

“Be First, Unique and Different” è il motto di Hublot, azienda svizzera produttrice di orologi di lusso fondata nel 1980 e che ha scelto la ‘art of fusion’, l’abilità nel miscelare tradizione e innovazione, come linea guida. L’iconico modello Big Bang composto da carbonio, titanio, ceramica e zaffiro abbinati a movimenti di alta manifattura – ne è stata una delle conferme più lampanti.

Tebur by Nifemi Marcus Bello
Tebur by Nifemi Marcus Bello

Ed è proprio il suo decimo anniversario, nel 2015, a far nascere in Ricardo Guadalupe, Ceo della maison, e Pierre Keller, figura eminente della Scuola Cantonale d’Arte di Losanna (ECAL) oggi scomparso, l’idea di un premio pensato per aiutare i giovani talenti a compiere un ulteriore passo nella loro carriera di designer.

Hublot Design Prize 2022
Hublot Design Prize 2022

Racconta Guadalupe: «Hublot coniuga da sempre i mondi dell’orologeria e del design. Ci avvaliamo dei migliori orologiai ma, al contempo, studiamo in profondità il mondo del design per assicurare che il brand continui ad innovare e a superare i limiti del possibile. L’Hublot Design Prize è un’opportunità per mettere in luce i migliori giovani designer e dare al loro lavoro la pubblicità che merita. Sono di ispirazione a tutto ciò che facciamo in Hublot e auguriamo loro un futuro di successo».

Hans Ulrich Obrist, Alice Rawsthorn, Marva Griffin, Samuel Ross
Hans Ulrich Obrist, Alice Rawsthorn, Marva Griffin, Samuel Ross

Proprio l’esplorazione dei limiti del design è stato il metro di selezione della giuria per l’edizione di quest’anno, composta da Hans Ulrich Obrist, direttore artistico della Serpentine Gallery di Londra (dove è avvenuta la cerimonia di premiazione); Marva Griffin, ideatrice del SaloneSatellite; la critica di design, giornalista e scrittrice Alice Rawsthorn; e Samuel Ross, vincitore del premio nel 2019.

Nifemi Marcus Bello
Nifemi Marcus Bello

Una rosa di esperti indipendenti che, tra otto finalisti scelti in un’ampia gamma di discipline, lo scorso ottobre ha proclamato vincitore Nifemi Marcus-Bello, designer nigeriano il cui approccio è orientato alla comunità e all’etnografia nel trovare nuove forme e tipologie di arredo, oggetti e installazioni.

Waf Kiosk by Nifemi Marcus Bello
Waf Kiosk by Nifemi Marcus Bello – Photo © Jide Ayeni

La menzione speciale Pierre Keller è invece andata a Maya Bird-Murphy e Connor Cook. La prima è una designer, educatrice, fondatrice e direttore esecutivo del Chicago Mobile Makers, organizzazione senza scopo di lucro che mira a portare laboratori di design e di sviluppo di competenze nelle comunità sottorappresentate. Il secondo, designer californiano residente in Olanda, ha sviluppato un tipo di performance computazionale che trasforma le operazioni tecniche dei motori dei videogiochi in esperienze audiovisive interattive.

M2 by Nifemi Marcus Bello - Photo © Jide Ayeni
M2 by Nifemi Marcus Bello – Photo © Jide Ayeni
The Introvert’s Chair by Nifemi Marcus Bello
The Introvert’s Chair by Nifemi Marcus Bello

Tutti i finalisti, sebbene giovani, sono creativi strutturati con studi propri. Oltre ai vincitori, gli altri finalisti sono stati: Hiroto Yoshizoe, designer ispirato dagli elementi primitivi e dai fenomeni naturali; Kusheda Mensah, artista e designer che incoraggia l’interazione sociale nell’era dei social media; Luigi Alberto Cippini, architetto e curatore con esperienza in progetti di ricerca per la Fondazione Prada; Sasha Anisimova, grafica e illustratrice ucraina che oggi deve ridisegnare i contorni di famiglie felici sullo sfondo della devastazione causata dalla guerra; Sun Xiaox, grafico di Pechino che integra la tradizionale tipografica cinese con il design contemporaneo.