
Il tema di riflessione dell’edizione del 2022 del Global Award for Sustainable Architecture è stato: “Il territorio: minaccia od opportunità?”.
L’attuale dibattito globale sta esaminando infatti il concetto di territorio e il suo rapporto con l’architettura. Man mano che le crisi climatiche ed ecologiche si fanno sempre più concrete, il territorio da “semplice superficie scritta” si sta trasformando in un “sottofondo”, vitale ma minacciato, del nostro ambiente abitato.


Il termine territorio è ambiguo. Appartiene ugualmente ad agronomi, etologi, storici, urbanisti, geografi… E unisce anche tutte le geografie: fisica, umana, economica. Può essere costruito senza distruggerlo? Come dobbiamo vedere il nostro nuovo rapporto con il territorio?
Queste sfide ampliano la missione dell’architettura: oggi più che mai gli architetti condividono la responsabilità di prendersi cura del pianeta; e possono anche proporre e fornire un modello per un nuovo modo di rappresentazione del mondo.


Ad aggiudicarsi il prestigioso titolo, cinque architetti internazionali di fama mondiale con la caratteristica comune di aver sperimentato approcci innovativi e olistici nelle proprie comunità, nei paesi occidentali ed emergenti, nelle città sviluppate e nei distretti precari, nelle megalopoli e nelle campagne.


I cinque progettisti sono: Anupama Kundoo (Auroville, India – Berlino, Germania); Dorte Mandrup (Copenhagen, Danimarca); Martin Rauch (Schlins, Vorarlberg, Austria); Gilles Clément (Crozant, Francia) e Okan Bal & Ömer Selçuk Baz, dello studio Yalin Architectural Design (Istanbul, Turchia).


Creato nel 2006 dall’architetta e ricercatrice Jana Revedin in collaborazione con la Cité de l’Architecture et du Patrimoine (Parigi) e le istituzioni membri del suo comitato scientifico, il premio ha negli anni dimostrato la sua indipendenza scientifica riunendo i vincitori (75 con quelli dell’edizione 2022) in una comunità di progettisti all’avanguardia nella ricerca e sperimentazione nell’ambito dell’architettura, dell’urbanistica e della responsabilità sociale e accademica nel segno di un’etica sostenibile.


Posto sotto il patrocinio dell’Unesco nel 2010, si avvale di una giuria scientifica composta da Jana Revedin, presidentessa e fondatrice del premio (Venezia), Marie-Hélène Contal (Cité de l’Architecture & du Patrimoine, Parigi), Deniz İncedayı (Mimar Sinan Fine Arts University, Istanbul), Spela Hudnik (Biennale Internazionale di Architettura, Lubiana) e Jacopo Galli (Università IUAV, Venezia), ai quali si aggiungono come membri onorari, due ex vincitori, Takaharu Tezuka e Francis Kéré.
Ogni anno, i progetti, le idee e le pratiche dei vincitori sono raccolti in un libro, Sustainable Design, Vers une nouvelle éthique pour l’architecture et la ville (“Verso una nuova etica per l’architettura e la città”), coordinato e scritto da Marie-Hélène Contal e Jana Revedin, e coedito da Gallimard Editions Alternatives e dalla Cité de l’Architecture et du Patrimoine. L’ultimo volume, il numero 9, è dedicato ai vincitori del Global Awards 2021.