Joe Colombo, ritorno al futuro

Le idee e lo stile di uno dei grandi del design italiano – scomparso nel 1971 a soli 41 anni – sono protagonisti di una mostra alla Galleria d’Arte Moderna di Milano

Cart by Ditre Italia, design Joe Colombo @ Galleria d’Arte Moderna, Milano.
Cart by Ditre Italia, design Joe Colombo @ Galleria d’Arte Moderna, Milano.

Utopico, visionario, per certi versi addirittura fantascientifico: il design di Joe Colombo – il vero nome però era Cesare – è stato sempre improntato al futuro, nonostante lui quel futuro non l’abbia conosciuto mai (è morto nel 1971 a soli 41 anni).

A distanza di oltre cinquant’anni dalla scomparsa, però, dell’estro fantasioso e dell’ingegno polivalente di questo “profeta italiano del design” restano progetti altamente innovativi anche per oggi, frutto di una passione combinata per l’architettura e per la meccanica.

Lampada Spider (Oluce)
Mobile contenitore Boby (B-Line)

L’esempio più fulgido della sua innata modernità è la MiniKitchen di Boffi (1963), una minicucina compatta e trasportabile grazie a un sistema di ruote, che, in appena mezzo metro cubo, racchiude tutte le funzioni di conservazione, lavaggio, cottura e deposito per alimenti.

Non è un caso, quindi, che la mostra allestita fino al 4 settembre 2022 nelle sale della Galleria d’Arte Moderna di Milano (via Palestro 16), a cura di Ignazia Favata e organizzata da Suazes con la Galleria d’Arte Moderna di Milano e l’archivio Joe Colombo, s’intitoli proprio e inequivocabilmente: Caro Joe Colombo, ci hai insegnato il futuro.

Tappeto Isola (oggi prodotto da Amini) e poltrona Tube Chair (Cappellini)

Al centro della esposizione c’è l’evoluzione della sua storia e il costante interesse verso nuove forme di progresso. Tutti gli oggetti di Joe Colombo sono considerati contemporanei ancora oggi, per funzione, tecnologia, aspetto. Rispondono alle esigenze del vivere attuale, al bisogno di trasformazione e di mobilità, e sfruttano davvero ogni (piccolo) spazio disponibile. Come il Living bed di Bernini (1971): un “letto vivente” che, con un sistema di piattaforme reclinabili e scorrevoli, si trasforma a seconda delle esigenze.

MiniKitchen (Boffi)

Il percorso espositivo della mostra parte dalle prime esperienze degli anni Cinquanta, dall’adesione al Movimento Arte Nucleare e dalla progettazione della “Città Nucleare” (in cui troviamo una città residenziale e una sotterranea con automobili, servizi, magazzini e metropolitana).

Gli anni Sessanta si aprono con il premio IN-ARCH per il controsoffitto in metacrilato nell’Albergo Continental a Platamona in Sardegna (1964), e la progettazione con il fratello Gianni della sua prima lampada, Acrilica per Oluce, con cui sempre nel 1964 vince la medaglia d’oro alla XIII Triennale di Milano. L’azienda, che ha ancora in catalogo molti pezzi di Colombo, è uno degli sponsor della mostra – tra le altre, TreP+ che di Colombo ha appena rieditato la porta Luce.

Acrilica (Oluce)

Una mostra-omaggio che racconta la storia e le idee di un architetto e designer visionario, capace di prevedere e anticipare i futuri traguardi non solo del design, ma anche della tecnologia e della stessa società attuale.

Per tutte le immagini © Teo Finazzi