Il Salone del Mobile di Milano, ormai dal 1998, dedica uno spazio speciale ai giovani designer under 35: è il SaloneSatellite, un modo per mettere in contatto menti giovani e creative con le aziende che espongono ogni anno alla kermesse milanese. Dal 2010 ha anche istituito un premio, il SaloneSatellite Award, che sostiene la relazione che esiste tra ricerca, design, ingegno e dimensione industriale.
Per l’edizione del 2022 la giuria ha deciso di premiare tre progetti che, rispetto agli altri, si sono distinti per il messaggio di cui si sono fatti portatori, privilegiando non solo l’incisività formale del design ma anche la componente sostenibile e inclusiva. Non solo, la giuria ha anche deciso di premiare con due menzioni speciali altri due giovani designer per il carattere esclusivo e sostenibile delle loro creazioni.
Il primo premio è andato alla designer nigeriana Lani Adeoye. È stato premiato il suo progetto chiamato RemX: un deambulatore che riesce a trasmettere anche un senso di dignità, dando forza a chi lo utilizza ogni giorno. Un oggetto che riesce ad essere piacevole da utilizzare, in linea con l’ambiente e sostenibile.
La giuria ha motivato la sua decisione sottolineando come RemX è capace di “sposare eleganza e dignità in un oggetto utile per tutti. Un valido esempio di artigianato contemporaneo che riesce a unire lavorazioni locali e ispirazioni progettuali globali”. La creazione della giovane designer nigeriana, infine, “risponde in modo incisivo e semplice al tema del SaloneSatellite 2022: Designing for our future selves”.
Il secondo premio è andato a Belgium is Design / Studio Gilles Werbrouck e alla loro creazione: Lamps. Si tratta di una serie limitata di lampade realizzate grazie alla fusione di due diverse tecniche. Si parte versando del gesso bianco su un nastro nero VHS lavorato all’uncinetto e da qui emerge un pezzo unico: il paralume all’uncinetto e un cilindro in gesso.
“Il progetto – si legge nelle motivazioni della giuria del SaloneSatellite – utilizza la memoria unendo elementi di giocosità, artigianalità e design. Il risultato è un oggetto bello da guardare e funzionale, oltre che sostenibile per il materiale utilizzato e la lavorazione”.
Il terzo gradino del podio è andato alla designer serba Djurdja Garčević. Il suo progetto, Meenghe, parte dall’uso di trucioli di pneumatico per modellare oggetti di mobilio urbano come cestini per rifiuti, paraurti, vasi, sgabelli, ecc. Lo scopo è quello di evitare di utilizzare per questi oggetti i materiali vergini, usando i trucioli per realizzare nuovi prodotti e, al tempo stesso, liberarsi dei rifiuti.
Meenghe è “un progetto trasversale che pensa all’allungamento del ciclo di vita del prodotto interpretando con impatto amichevole il materiale basato su trucioli di pneumatico riciclato. In questo modo – fanno sapere i giudici del SaloneSatellite – facilita in particolare la lettura dell’arredo urbano con un progetto sostenibile, anche godibile esteticamente.
La prima menzione speciale dell’edizione 2022 del premio per i giovani designer è andata al progettista finlandese Rasmus Palmgren e alla sua Ease Chair. La sua creazione è stata pensata come punto di equilibrio tra materiale, comfort ed estetica. È una sedia resistente ma leggera, confortevole e impilabile. La struttura come elemento chiave del design le conferisce un carattere decisamente esclusivo.
“Semplice, ben disegnato con un design appagante e funzionale nell’uso” spiegano i giudici nelle loro motivazioni, chiarendo oltretutto che si tratta di “un prodotto maturo per la produzione”.
La seconda menzione speciale del SaloneSatellite 2022 se l’è aggiudicata, infine, il designer italiano (ma con base a Monaco di Baviera) Emanuele Ferraro con il suo Atelier Ferraro. Il suo progetto si chiama +1,5 Celsius: una sedia che è anche un camaleonte della sostenibilità. Grazie alla sua flessibilità ed estetica si trasforma infatti in diversi elementi di arredo, riutilizzando gli scarti di truciolato. Quello di Atelier Ferraro “è un progetto contemporaneo che risponde alle esigenze degli spazi più piccoli per via della sua flessibilità costruttiva che esprime il buon design”, è la conclusione dei giudici.
Per tutte le fotografie © Ludovica Mangini