L’evoluzione del tempo di David Dolcini

La ricerca progettuale del designer milanese si trasforma in un’esposizione dal titolo Timemade, ospitata presso lo spazio Riviera

David Dolcini - Photo © Mattia Balsamini
David Dolcini - Photo © Mattia Balsamini

Il concetto del tempo ha da sempre permeato la filosofia di David Dolcini, e conseguentemente la sua progettualità. “Il tempo necessario”, lo aveva definito in occasione di una chiacchierata avuta insieme qualche tempo fa. «Un tempo necessario a dare il giusto valore agli oggetti e lasciar emergere sensazioni sempre nuove».
Oggi, a due anni da quell’incontro che aveva lasciato aperte prospettive e riflessioni, il designer milanese torna con un’evoluzione di quella poetica. Evoluzione che trova concretizzazione in un termine e in un’esposizione: Timemade.
«Si tratta di una rivalutazione dell’idea del tempo del fare, delle cose e dell’uomo».

Timemade – presentata in anteprima presso lo spazio creativo Riviera a Milano, fino all’8 febbraio – è quindi il risultato tangibile di una ricerca estetica «che nasce dall’afferrare a piene mani ciò che amo, con quella curiosità che mi guida ad apprendere, per poi scoprire che queste passioni non sono poi così distanti fra di loro».

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Dall’ebanisteria alla botanica fino all’arte orientale: tutto ciò si amalgama e confluisce nella sua personale esposizione che si trasforma così in un viaggio “a passo lento” della progettualità, attraverso oggetti che intendono raccontare qualcosa del materiale di cui sono composti e dell’evoluzione del pensiero all’origine del progetto.
«Tutto quello che faccio, dalla ricerca alla creazione all’utilizzo dei materiali, è un processo che richiede un suo tempo fisiologico, che va rispettato e assecondato. E considero sia ciò che dovremmo fare noi esseri umani nei confronti del mondo».

Timemade, Innesti by David Dolcini
Timemade, Innesti by David Dolcini

È il legno il leitmotiv delle tre serie di oggetti presentati (materiale che, non a caso, meglio si concede al “tempo del lavoro”). In Innesti, le opere seguono la logica della giuntura, del nesso, che si lascia vedere e condurre dalle linee delle sue superfici. Un’idea che nasce da un libro di botanica donato a Dolcini dal fratello.
Quando uno slancio si proietta fuori da un giunto o da una superficie, bisogna riflettere non soltanto sull’interno e l’esterno, ma sul volume del vuoto e quello del suo pieno. Ovvero dove i volumi si intersecano: da qui prosegue la serie Overlaps.
Infine, il pensiero evolve in Tralci: un montaggio coeso, che ancora nasconde i tagli tra gli angoli e dispone i volumi conducendoli sulle perpendicolarità delle linee.

Timemade, Overlaps by David Dolcini
Timemade, Overlaps by David Dolcini
Timemade, Overlaps by David Dolcini
Timemade, Overlaps by David Dolcini

Materia, forma, ma non funzione. Tutti gli oggetti infatti sono a-funzionali, nati in purezza: «il loro scopo altro non è che esprimere una mia riflesione». Al centro di Timemade vi è quindi la ricerca di un metodo che rimette in discussione priorità e valori; è una nuova esperienza che rivela libertà.

Timemade, Tralci by David Dolcini
Timemade, Tralci by David Dolcini

Photo © Mattia Balsamini