Second Firing: una collaborazione speciale tra Rubelli e Peter Marino

Dieci tessuti che traboccano colore, omaggio al lavoro di un grande ceramista francese, Pierre-Adrien Dalpayrat, e quello del Veronese, artista eccelso. E a Venezia

Second Firing by Rubelli, Design Peter Marino
Second Firing by Rubelli, Design Peter Marino

Rubelli e Peter Marino, forse uno degli architetti di interni più conosciuti (e riconoscibili, col suo look da biker) al mondo, tornano a collaborare a un progetto di tessile. Il primo episodio, Peter Marino for Venetian Heritage lanciata nel 2019, era un omaggio a Tiepolo: tre jacquard di seta ispirati alla liquidità di Tiepolo (che non a caso è anche il nome di uno dei tre tessuti).

Questa nuova collezione è più articolata sia come varietà di temi – dieci tessuti, tutti diversi – sia per l’originalità dell’ispirazione: un incontro tra il lavoro dell’originale e colto Pierre-Adrien Dalpayrat, ceramista francese morto nel 1910, e la sensibilità cromatica di Paolo Caliari, detto il Veronese. Il risultato sono distese di colore denso, vulcanico, brillante. Pennellate che portano in luoghi dell’arte ancora diversi, verso l’Espressionismo Astratto o l’Action Painting.

È Marino in persona, a Venezia per l’inaugurazione della Biennale e per i molti eventi di contorno (come la cena di gala di Dior, a beneficio dell‘organizzazione internazionale no profit Venetian Heritage di cui Marino è presidente), a mostrare in anteprima la collezione.

«Dalpayrat lavorava negli anni ’90 dell’ottocento, ma la ceramica contemporanea non è andata molto oltre quello che ha fatto lui», spiega, alternando l’inglese all’italiano. «150 anni dopo è ancora attuale. Quando qualcuno ha un tale respiro di modernità rimango affascinato. Sapevo che un giorno avrei voluto farci qualcosa. Ho scelto di ispirarmi anche ai colori del Veronese perché il suo senso del colore è così pieno di gioia. I suoi sono i colori di un giardino. È un accostamento che non era stato ancora fatto».

«Di questi tessuti mi piace la scala, la dimensione del disegno, non troppo piccolo», prosegue. «Me li immagino usati su mobili, per delle tende, ma anche a parete».

Il nome della collezione, Second Firing, il momento della cottura degli smalti, è un riferimento diretto all’arte ceramica. «Gli smalti poi ricordano l’acqua, questa follia di Venezia. Quando fai dei lavori qui tutto arriva via mare, anche i chiodi. Non potrebbero farli portare ai piccioni?», esclama con una fragorosa risata.

Questi tessuti sono «cascate cromatiche» (la definizione è sempre sua) realizzate in una tra in cotone (con qualche sprazzo metallico) su un ordito in eco-nylon. Un progetto che ha un fascino quasi alchemico, e che è stato sviluppato quasi per intero durante il periodo della pandemia.

«Mi sono deciso a usare un computer, strumento che non amo, solo per poter fare delle videochiamate: era l’unico modo per lavorare», ammette Marino. Così, tra monitor e campioni spediti mezzo corriere, ha preso forma una collezione che è una dichiarazione di gioia.