La “cosalità” secondo Alessi 100 Values Collection

Rimasto inedito fino a oggi, lo schiaccianoci Farfalla di Enzo Mari celebra il valore fondante della filosofia Alessi. Ovvero la vera ragione di esistere di un oggetto

Farfalla by Alessi, design Enzo Mari.
Farfalla by Alessi, design Enzo Mari.

Niente è superfluo o gratuitamente decorativo. È quello che Alessi definisce Thingness, la ‘cosalità’, quella capacità cioè di raggiungere l’essenza profonda di un oggetto e la sua vera ragione d’essere. Quel valore che, prerogativa costante della progettualità Alessi, si sintetizza nel gesto per il quale è stato creato.

A celebrarlo, decimo progetto della Alessi 100 Values Collection, è lo schiaccianoci Farfalla di Enzo Mari, disegnato alla fine degli anni ’90 e mai realizzato fino a oggi. Un prodotto definito in pochi segni precisi tesi all’essenziale, espressione dell’approccio quasi calvinista di Enzo Mari che era solito dare un senso ad ogni scelta.

Per questo «la cosalità si sposa perfettamente con la sua poetica eversiva», racconta Francesca Giacomelli, curatrice dell’archivio Enzo Mari, in dialogo con Alberto Alessi nel video dedicato alla Thingness. «Ma non è questione di minimalismo estetico – prosegue – né pura formalità. Corrisponde invece all’etica, vero obiettivo dell’opera di Enzo Mari».

Alberto Alessi, Francesca Giacomelli
Alberto Alessi, Francesca Giacomelli

Lo schiaccianoci Farfalla appare proprio come una metafora della ricerca del progettista, pensato passando attraverso quattro culture. Quella dell’industria, che rimanda alla dimensione della fabbrica; quella artigianale che si traduce nella similitudine con il morsetto del falegname; quella classica presente nel richiamo del perno ad una colonna tortile; e quella contadina, riprodotta nel gesto di schiacciare la noce.

«Un’allegoria di culture diverse – sottolinea Giacomelli -, che devono seguire un’alleanza per far si che la produzione abbia significato e che la dignità di chi lavora per produrre sia rispettata».

Alessi onora la propria Thingness realizzando anche un altro digital video che vede protagonista lo chef Pietro Leemann di Joia, primo ristorante vegetariano ad aver ricevuto una stella Michelin. Il punto di affinità? Un progetto di alta cucina guidato dalla ricerca dell’essenza riportata nella purezza degli ingredienti e della trasformazione, «per arrivare ad una sostanza più interessante – dice lo chef – in cui trovare felicità profonda e appagante».