Progettare la nuova socialità

Basta uno sguardo al mondo del residenziale, dell’ufficio, dei mixed use, del retail per scoprire come il concetto di spazio e le sue interpretazioni siano sempre più rivolte alle nuove regole della convivenza

Per la prima volta, dal debutto del 2016, il .Wonder Book svela una nuova progettualità nell’architettura e nell’interior che si allontata dai consueti progetti di hotellerie.
Non è un’opzione dettata dalla brusca frenata imposta al settore dalla pandemia, ma è il risultato di una scelta editoriale di qualche anno fa che indicò la ricerca del “bello, concreto e utile” verso altri tipi di architetture. Il settore dell’hospitality, in tempi normali, ha una sua inerzia naturale dovuta alla sua caratteristica intrinseca: una costante domanda e spesso troppo spontanea. Questo ha un po’ anestetizzato la creatività a tutte le latitudini, tranne in qualche raro caso – come abbiamo avuto modo di sottolineare – che arriva dall’Asia Pacific e dalla Cina.

Gli hotel che trovate in questo .Wonder Book sono caratterizzati da spazi ibridi, non più solo luoghi dedicati a F&B aperti a tutti, ma anche e soprattutto al connubio con spazi di lavoro in co-working, o a guestroom che si trasformano in uffici anche solo per un giorno.
E basta girare l’angolo e guardare il mondo del residenziale, dell’office, dei mixed use o retail e delle common areas per scoprire come il concetto di spazio con le sue interpretazioni sia il focus di interessanti e attraenti progetti, sempre più rivolti alle nuove regole della socialità.

Le Color Stories di questa nuova collezione Spring Summer, affrontano i due argomenti caldi dell’ultimo anno e del nuovo futuro che abbracceremo: il rapporto con sistemi sanitari nazionali e lo smart working, ognuno con la propria Story e relativa declinazione cromatica. Da non perdere, vista l’attualità dei temi.

Profondamente differenti tra loro sono gli Special Guests di questo nuovo .Wonder Book, che proprio per questo portano un contributo profondo, sia da un punto di vista culturale che progettuale. Le conversazioni con Micky Rosen e Alex Urseanu di Gekko Group, con Sara Duffy di Stonehill Taylor e Yu Ting di Wutopia Lab svelano storie che hanno portato a delineare per ognuno di loro un inconfondibile stile progettuale parallelo a quello di vita e un assai interessante e personale concetto di spazio.

Ogni tanto una pausa tra le “Wonder” renderà questa prima stagione ricca di ispirazione.

Buona lettura