Il punto sul settore cucine: numeri e prospettive

Con l’aiuto di Edi Snaidero, FLA, e alcuni imprenditori tracciamo l’andamento per il settore cucine. La contrazione dei mercati, il fermo della produzione e dei cantieri, la difficile visibilità delle nuove collezioni. Ma anche un generale recupero ad arginare le perdite, il cauto ottimismo verso nuovi scenari politici, rinnovate strategie per il futuro. Con uno sguardo alla sostenibilità

Un anno impegnativo quello appena trascorso, che ha visto le aziende del design italiano impegnate a risolvere problematiche a stretto giro. Un anno diviso in due, però, con un recupero nel secondo semestre, a seguito della riapertura della produzione e dei cantieri, che ha permesso un contenimento delle perdite e una graduale ripresa nonostante la discontinuità dei mercati e delle direttive governative. È attraverso il settore delle cucine, inevitabilmente legato a quello dell’arredo, che ne tracciamo l’andamento partendo dai dati significativi forniti da FederlegnoArredo: il preconsuntivo parla di circa 2miliardi 153 milioni di euro relativi al comparto cucine, che pesa l’11% sul totale del macrosistema arredamento e illuminazione. Valore che, se confermato, registra un -9% rispetto al 2019, frutto di un rimbalzo notevole rispetto al -25% rilevato a fine giugno. 

Le sfide affrontate (e superate)

Edi Snaidero, Consigliere Incaricato del Gruppo Cucine Assarredo FLA
Edi Snaidero, Consigliere Incaricato del Gruppo Cucine Assarredo FLA

«C’è stato un grosso contraccolpo nella prima parte dell’anno che ha coinvolto a ruota tutti i Paesi, ma ha penalizzato soprattutto l’Italia – spiega Edi Snaidero, Consigliere Incaricato del Gruppo Cucine Assarredo FLA – Abbiamo avuto un lockdown totale per due mesi con un fermo di produzione e negozi chiusi, mesi decisivi perché la primavera è un momento di grandi consegne. Poi, la situazione si è gradatamente normalizzata recuperando un backlog di ordini fermi e i negozi hanno ricominciato il ritmo di vendite».

Roberto Gavazzi, CEO Gruppo Boffi DePadova - Photo © Tommaso Sartori
Roberto Gavazzi, CEO Gruppo Boffi DePadova – Photo © Tommaso Sartori

«La chiusura delle fabbriche ci ha danneggiati parecchio – conferma Roberto Gavazzi, CEO Gruppo Boffi DePadova – in termini di rispetto delle consegne e anche di immagine aziendale. L’Italia è apparsa in quel momento non affidabile, in quanto tra le prime ad essere aggredita così fortemente dalla pandemia, più in difficoltà rispetto ad altri Paesi che stavano appena cominciando. Apparentemente svantaggiata rispetto alla concorrenza, specie con la Germania che è il principale competitor di cucine. Un momento difficile e di confusione su cosa sarebbe accaduto, dopo è apparso chiaro che riguardava tutto il mondo».

Massimo Manelli, AD di Snaidero
Massimo Manelli, AD di Snaidero

«Le difficoltà sono dipese soprattutto dalla mancanza di visibilità nella pianificazione, mentre l’anello più debole è sicuramente stato quello di alcune catene di fornitura e supply chain entrate in una fase di criticità», aggiunge Massimo Manelli, Amministratore Delegato di Snaidero.

Fabiana Scavolini, CEO Scavolini - Photo © Livio Fantozzi
Fabiana Scavolini, CEO Scavolini – Photo © Livio Fantozzi

E anche Fabiana Scavolini, CEO dell’omonima azienda, parla di «uno scenario del tutto nuovo a cui abbiamo reagito individuando le best practice da mettere in campo per portare avanti il business, anche con una serie di iniziative e strumenti a supporto di tutti i rivenditori. Un percorso sostenuto sin dai primi momenti del lockdown con azioni formative online dedicate alla rete vendita e con l’implementazione del tour virtuale del nostro showroom aziendale».

Visti da vicino, i mercati hanno subìto un calo di circa -10% per quello interno (più lento al recupero) e di -8,1% per l’export. Il settore contract è stato il più colpito per effetto del fermo dei cantieri, in buona ripresa però con il riattivarsi dei lavori.

Fiduciosi verso il futuro

Link by Snaidero, Design Andreucci & Hoisl
Link by Snaidero, Design Andreucci & Hoisl

«Ci sono sostanzialmente due buone notizie – dice Snaidero –, una è che abbiamo aumentato l’export verso la Germania del +12%, l’altra che la Corea del Sud ha una quota significativa di crescita del +58% e qui, il fattore contract credo sia stato fondamentale. Viceversa, i mercati che hanno perso molto sono stati gli Stati Uniti (-21%) e il Regno Unito (-30,3%), complice una situazione sanitaria più pesante e anche un po’ la Brexit, la Cina (-23%)».

Secondo Gavazzi «il 2021 è diventato un anno molto interessante, perché, a parte il retail che sembrerebbe migliorare, ci sono tutti i progetti contract slittati dall’anno scorso più quelli appena nati, abbiamo un portfolio di ordini tra i più interessanti mai avuti».

«Ci prepariamo a partire con grande enfasi con la comunicazione digitale – dice Manelli – abbassando l’età media di conoscenza del brand Snaidero per colpire fasce di una clientela giovane con un prodotto emozionale e innovativo, accanto ad una comunicazione più fresca e spontanea».

Dandy Plus by Scavolini, Design Fabio Novembre
Dandy Plus by Scavolini, Design Fabio Novembre

Mentre Scavolini punta sulla tecnologia con l’assistente vocale di Amazon, Alexa, integrato nel sistema d’arredo.

Ci sono elementi di fiducia e speranza. Una maggiore attenzione alla casa da parte del consumatore, ancora più centrale negli investimenti, uno scenario politico italiano e statunitense favorevole alle imprese, un Recovery Found ben speso. E un treno da non perdere: quello delgreen deal’, dell’economia circolare e della sostenibilità. Una transizione ecologica che porterà a importanti cambiamenti nelle strutture sia dei prodotti che del sistema industriale con opportunità da cogliere da parte delle aziende per migliorarsi ed essere più competitive.