Come la realtà virtuale trasforma la nautica

Da esperienza immersiva per l’end user a strumento di progettazione per studi di yacht design

Che la realtà virtuale e aumentata sia la nuova frontiera dell’esperienza immersiva è fatto consolidato – si pensi solo all’intero comparto dell’entertainment e gaming da cui si sono sviluppati i noti software Unity e Unreal Engine oggi adottati anche in altri contesti -, ma sempre più spesso diventa chiave di volta del processo progettuale.

Su questo fronte il car design da un paio di anni ne ha colto le potenzialità (Hyundai Motor Company, Kia Motors Corporation, Ford), per non parlare del comparto aerospaziale (la Nasa da tre anni scommette su queste tecnologie). L’interior design sta muovendo i primi timidi passi in questa direzione (Natuzzi ha lanciato il primo esempio di Augmented Store in collaborazione con Microsoft ed Hevolus Innovation) e perfino l’architettura e l’urbanistica si avvalgono dei nuovi software per modellare edifici e città virtuali.

Il settore nautico non sta a guardare.
Qui la VR technology ha trovato primariamente attuazione nell’offrire inedite esperienze “sull’acqua” destinate all’end user: l’immersione nell’ambiente virtuale, l’interazione con l’ambiente circostante, la personalizzazione real time di finiture e allestimenti – sono alcune delle possibilità offerte da società come Immensive oppure Oniride, autore del progetto VR4ID in collaborazione con Caputi Studio.

Ma in tempi recenti gli stessi studi di progettazione hanno aperto le porte alla nuova tecnologia: la divisione di progettazione di esterni dello studio Francesco Paszkowski Design e Officina Italiana Design.

Officina Italiana Design, lo studio con base a Bergamo legato in esclusiva al marchio d’imbarcazioni Riva, tra i primi studi di yacht design a introdurre la realtà virtuale come momento determinante della fase progettuale di nuovi modelli, quindi affinare le linee e i volumi di una barca. E lo strumento principale – il software VRed di Autodesk – è, non a caso, il medesimo utilizzato da case automobilistiche come Ferrari e Fiat.

Sergio Beretta_ Mauro Micheli, Officina Italiana Desing
Sergio Beretta e Mauro Micheli, fondatori di Officina Italiana Desing

«Come operiamo? Una volta che abbiamo sviluppato le linee esterne e gli interni con i consueti software di modellazione, e dopo esserci consultati per armonizzare i due aspetti, carichiamo nel software di realtà virtuale i rispettivi file con le geometrie di interni ed esterni, inserendo anche i materiali degli elementi che impiegheremo. Un visore ci permette poi di visualizzare la barca in scala 1:1 e muoverci a bordo per verificare linee ed equilibri. In questo modo otteniamo un aumento della qualità dei prototipi, una visualizzazione in tempo reale di eventuali modifiche per creare progetti competitivi», spiega Vincenzo Dallacqua, exterior designer di Officina Italiana Design.

«A inizio 2020 abbiamo così deciso di investire in questa nuova tecnologia che è stata ben accolta all’interno del team progettuale – dichiara Sergio Beretta, Ad di Officina Italiana Design e co-fondatore insieme a Mauro Micheli – A fine anno ne avevamo già raccolto i frutti».