La cultura che ‘move il mondo’

I Mondiali di calcio del 2018 hanno dato la spinta iniziale, l’urbanistica, l’architettura e in più in generale la cultura hanno fatto il resto. Mosca ora vive di una nuova espressione della più innovativa progettualità

Parafrasando Dante con libera interpretazione (ci perdonerà!), la cultura è il motore del mondo. Muove popoli, crea connessioni, amplia gli orizzonti, plasma una visione del futuro. Non a caso la cultura è parte, se non spesso alla base, di progetti di rinnovamento. Anche urbanistici, come nel caso di Mosca. La città è oggetto di una nuova trasformazione – da tempo la osserviamo e ne parliamo – che dai mondiali di calcio dello scorso anno ha portato una ventata di freschezza e internazionalità. E se lo sport ha offerto l’input apparente, la cultura nella sua ampiezza e profondità ne ha raccolto il lascito e ha dato vita a una nuova sfida che trova in strutture ad essa dedicate una nuova espressione della più innovativa progettualità.

Un campo di prova che vede le maggiori firme internazionali a confronto: Renzo Piano, Zaha Hadid Architects, Herzog & de Meuron, Rem Koolhaas sono gli autori delle più recenti (o in fase di realizzazione) opere architettoniche dedicate alla cultura, tra musei, poli tecnologici e universitari, centri di arte e musica.

Rinasce la città e rinasce il mercato, sulla scia di una capitale in grado di attrarre visitatori internazionali e confrontarsi con le metropoli mondiali. Una nuova energia che emerge evidente anche dalla progettualità locale (quella già affermata quanto quella emergente dei giovani del SaloneSatellite), ormai in grado di parlare un linguaggio sempre più contemporaneo, articolato, affinato dalla ‘cultura’ del progetto che anche il Made in Italy – ci prendiamo un po’ il merito – ha saputo infondere.