“L’organizzazione spaziale dell’architettura dovrebbe essere sempre capace di creare usi diversificati, a seconda del bisogno, e di evolversi con la città che lo ospita. Tutti gli edifici dovrebbero essere flessibili per restare nel tempo”.

È diretto Christopher Lee, a capo di Serie Architects, e va subito al nocciolo progettuale del nuovissimo Jameel Arts Centre di Dubai che lo studio londinese ha progettato e finito di realizzare, e che ora attende l’opening in calendario per l’11 novembre. Il progetto architettonico gira tutto attorno ad un unico elemento, lo spazio appunto, versatile e adattabile a tipologie diverse di espressioni artistiche, ma soprattutto alle persone che lo vivono. In particolare, alle esperienze che ne scaturiscono.

Si tratta del primo importante centro indipendente d’arte contemporanea dedicato alle regioni MENA (Medio Oriente e Nord Africa), per il quale gli architetti hanno scelto un concept multifunzionale. L’edificio di 10.000 metri quadrati comprende svariate gallerie espositive, un centro ricerche aperto a tutti, aree per eventi a tema, una terrazza sul tetto per ospitare la proiezione di film e ancora eventi, un’area esterna per la scultura, café, ristorante, negozio.

Il tutto è stato pensato come una serie di scatole di proporzioni volumetriche diverse, collegate tra loro da un colonnato di un piano di altezza. Un escamotage che consente ai curatori delle mostre un raggio d’azione dal potenziale altissimo, potendo oscillare da ambienti intimi per lavori di piccole proporzioni a zone più estese per ospitare grandi sculture. Ogni porzione è stata appositamente disegnata per accogliere, avvolgere e nutrire il visitatore. A questo scopo i vari colonnati diventano un’interfaccia tra l’edificio e il camminamento lungomare che invita ad una passeggiata anche se non si entra al museo. Studio, approccio al progetto e scelta dei materiali hanno inoltre tenuto conto del contesto circostante. La facciata, ad esempio, realizzata in pannelli di alluminio e colonne in cemento, interpreta con moderna semplicità ed eleganza la ricca tradizione architetturale della regione. “Abbiamo iniziato dagli elementi più comuni presenti in città – racconta ancora Christopher Lee -, piuttosto che ostinarci nell’ottenere straordinarietà.


I fattori tipici sono longevi e abbracciano valori collettivi e memoria del luogo. Dopo averli identificati, ne abbiamo estratto le caratteristiche, fatte nostre e restituite con una visione personale. Così facendo, speriamo di aver creato un’architettura che sia contemporaneamente sorprendente e familiare”. Viene da pensare, come si inserisca in un panorama urbano eccezionalmente esuberante come quello di Dubai. “Dubai è stata aggettivata come la ‘citta delle icone’ – continua Lee – con edifici ‘convulsi’ in ricerca di notorietà. Il Jameel Arts Centre, per contrasto, è calmo e sobrio, si focalizza sull’esperienza offerta dagli spazi, riflettendo storia e cultura della regione”. Filosofia che prosegue anche col giardino dell’art center, non meno rilevante dell’edificio ma anzi totalmente complementare.

Disegnato dall’architetto Anouk Vogel come una galleria a cielo aperto dedicata alle opere della natura, è diviso in sette corti distinte in cui ciascuna ospita collezioni diverse di piante-scultura native del deserto. Ben 149 varietà, specie rare frammiste ad altre più comuni, convivono arricchite da piccoli elementi architettonici quali le leggere nuance rosa del marmo che compone il marciapiede. La nuova casa dell’arte contemporanea di Dubai festeggia la sua apertura per una settimana intera – dall’11 al 17 novembre – con mostre multiple ed eventi speciali.
