Toccata e fuga oppure condivisione o riposo momentaneo. I pouf sono pura espressione di libertà e manifestazione del Sé. Quelli di ultima generazione si mostrano vestiti di grande creatività e fascino sperimentale, disponibili a sorprendere, divertire, servire.
Alcuni giocano coi processi dinamici e invitano ad una convivialità nuova e informale. Come Kiik di Arper, pensato da Ichiro Iwasaki come “isole dove incontrarsi”: una collezione modulare per sale d’attesa, campus universitari, spazi di lavoro e aree di incontro, benché la sua natura insieme alla varietà di materiali, finiture e dimensioni lo rendano un prodotto trasversale adatto ad ogni contesto. Ed anche Minotti conserva una potente valenza aggregante con Damier, disegnato da Rodolfo Dordoni in diverse altezze e volumi morbidi sebbene di forma quadrata o rettangolare; dall’ingombro ridotto e sospeso su basi in alluminio color Bronzo Chiaro, è disponibile in diverse combinazioni di rivestimento tra tessuti e pelli.
Il linguaggio stilistico è un altro codice di espressione. Dialogano con il passato e lo rivisitano nel presente sia Flou che Cornelio Cappellini. La prima, avvia un recupero di memoria e materiali con Jil di Massimo Castagna, che accosta base e gambe in essenza di eucalipto con il cuscino-seduta rivestito in tessuto o pelle sfoderabili, in una sorta di “tempo ritrovato” alla quale l’azienda tiene molto. La seconda rivisita il capitonné e lo rende contemporaneo, in perfetto equilibrio tra estetica e funzionalità.
Nanimarquina, invece, ‘frizzante’ per vocazione, sceglie l’effetto tridimensionale dato da colori, fantasie e texture di Kilim Poufs Collection, disegnata da Nani Marquina insieme a Marcos Catalán per la caffetteria del Design Museum di Barcellona, ora in produzione con imbottitura ignifuga, base in legno di betulla e rivestimento con Kilim geometrici o tinta unita effetto grezzo. Smania, invece, ha il suo punto di forza nella pelle che riveste Livingstone – declinata in 14 tipi e 38 colori – e nell’imbottitura a densità differenziata che asseconda le forme del corpo.
Alcuni pezzi amano poi distinguersi per l’aggiunta di altre funzioni oltre a quella di seduta. Sharp di Etro Home, collezione Pattern Overdose, ci riesce in una comunione armonica che richiama i simboli dello Yin e dello Yang, e mette insieme una seduta soffice rivestita in elegante velluto Venezia, Dark Torquoise, ed un tavolino con struttura in legno laccato metallo gold liquid e top in marmo Azul Bahia. È accompagnato da un tavolino geometrico anche Euston, design Rodolfo Dordoni per Molteni&C, disponibile in due versioni – con base metallica oppure a terra, entrambe con finitura peltro -.
Natuzzi ingloba la duplicità nello stesso elemento con la Collezione Agronomist, ispirata alle forme e ai colori dei paesaggi pugliesi e disegnata da Marcel Wanders: seduta e piano d’appoggio formano un pouf compatto dalla sagoma arrotondata, rivestita in cuoio color terracotta e dotata di manici in corda. Infine, migra dalla zona giorno alla zona notte la collezione Drapé disegnata da Bartoli Design per Laurameroni, per questo particolarmente morbida e tondeggiante, caratterizzata dal fitto drappeggio velluto, frutto di un abile lavoro sartoriale. Come a testimoniare che anche qui, nel cuore privato della casa, l’individualità trova la sua perfetta espressione.