“Noi consideriamo la Terra come un Cliente. Questa visione implica una serie di responsabilità a lungo termine. L’architettura è il gioco di luce, sole, ombra, luna, aria, vento, forza di gravità con modalità che rivelano i misteri del mondo e tutte queste risorse sono gratuite. Nella 16. Mostra Internazionale di Architettura si celebrano gli esempi di generosità e di sollecitudine nell’architettura in tutto il mondo. Siamo convinti che queste qualità sostengano la capacità fondamentale dell’architettura di promuovere e supportare il contatto importante che sussiste tra le persone e lo spazio. Concentriamo la nostra attenzione su queste qualità perché pensiamo che l’ottimismo e la continuità ne siano parte costitutiva. L’architettura che incarna queste qualità con generosità e desiderio di scambio è proprio ciò che chiamiamo Freespace”.
Il testo conclude il Manifesto di Yvonne Farrell e Shelley McNamara, le curatrici della 16. Mostra internazionale di architettura, aperta il 24 maggio fra Arsenale, Giardini della Biennale e il centro storico di Venezia.
71 gli studi di architettura invitati a partecipare alla mostra Freespace, a cui si affiancano due sezioni speciali: Close Encounter, meetings with remarkable projects, con 16 partecipanti, propone opere e riflessioni su progetti noti del passato, mentre The Practice of Teaching, con 12 partecipanti, raccoglie lavori sviluppati nell’ambito dell’insegnamento. Negli storici padiglioni ai Giardini sono 63 le Partecipazioni nazionali che danno una propria, indipendente interpretazione del tema scelto dalle curatrici.
L’Italia si presenta alle Tese delle Vergini con una mostra dal titolo Arcipelago Italia, sostenuta e promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane e curata da Mario Cucinella.



Completano il programma ufficiale 12 eventi collaterali e due progetti speciali: l’installazione degli architetti Sami Rintala e Dagur Eggertsson a Forte Marghera curata da Yvonne Farrell e Shelley McNamara, e la speciale collaborazione con il Victoria and Albert Museum di Londra che con la curatela di Christopher Turner e Olivia Horsfall Turner presenta un frammento del complesso di case popolari Robin Hood Gardens, progettato da Alison e Peter Smithson nell’East London e completato nel 1972.
Tre i premi ufficiali (Leone d’oro per la miglior Partecipazione Nazionale, Leone d’oro per il miglior partecipante alla Mostra Internazionale Freespace, Leone d’argento per un promettente giovane partecipante alla Mostra Internazionale Freespace) assegnati sabato 26 maggio dalla giuria internazionale composta da Frank Barkow (Stati Uniti), fondatore e partner di Barkow Leibinger a Berlino, Sofía von Ellrichshausen (Argentina) architetto, artista e docente argentina, Kate Goodwin (Australia) responsabile del settore architettura e Drue Heinz Curator alla Royal Academy of Arts, Patricia Patkau (Canada) di Patkau Architects, Pier Paolo Tamburelli (Italia) architetto, saggista e redattore della rivista milanese San Rocco e socio dello studio baukuh.
Nello stesso giorno verrà consegnato anche il Leone d’Oro alla Carriera a Kenneth Frampton.




