Poltrona Frau: storicità proiettata al futuro

Una visita all'interno della sede produttiva di Tolentino e all'adiacente Poltrona Frau Museum diventano un viaggio esperienziale nel più autentico Made in Italy e nella storia del design

Entrare nel polo produttivo di Poltrona Frau, a Tolentino, è un viaggio al contempo nel passato e nel futuro, un lungo percorso attraverso la tradizione che mira all’orizzonte costante dell’innovazione. Si gioca su questa dicotomia l’identità dell’azienda, solo apparentemente in contrasto, poiché nello spazio di questi opposti trova, da una parte, solide fondamenta su cui poggiarsi, e dall’altra, forza mirabile e stimolo per crescere e svilupparsi.
La fabbrica di Tolentino ne è riflesso diretto: la modernità della sua architettura (sviluppata su oltre 100mila mq) contiene un sapere e una cultura artigiana che si rifanno alla storicità del territorio e delle sue tradizioni; le più avanguardistiche tecnologie produttive si combinano all’accurata quanto insostituibile manualità delle risorse umane che qui sono formate. Territorialità/internazionalizzazione è quindi un altro, apparente contrasto che definisce Poltrona Frau, così legata alla sua expertise tipicamente italiana e marchigiana nello specifico, quanto proiettata nei mercati worldwide, contando una presenza in cento Paesi, 13 flagship store e oltre 500 store nei cinque continenti.

Entrare nel polo produttivo di Poltrona Frau significa quindi assaporare l’anima del brand nel suo profondo, lì dove le pelli vengono lavorate per ‘vestire’ prodotti dal gusto inequivocabile.
La pelle è il tratto distintivo dell’azienda fin dalle sue origini, databili 1912 per merito di Renzo Frau; materiale che fu anche motivo di trasferimento della sede, da Torino a Tolentino, negli anni ’60 per volere di Franco Moschini (attuale Presidente Onorario, che all’epoca aveva preso le redini dell’azienda) che intendeva essere così più vicino al polo territoriale delle Marche, noto per le sue concerie e lavorazioni del pellame e che riforniva il brand della sua materia prima.

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Oggi l’azienda conta 9 collezioni di pelli per un totale di 177 nuance (Pelle Frau® Color System, Nest, Soul, Heritage, Saddle, Century, Cavallino, Safari e Cuoietto) sottoposte a 21 fasi di concia e a una sequenza di test effettuati nei laboratori Poltrona Frau. Una tale varietà e specificità da cui è stato quasi naturalmente coniato il neologismo Leathership® a indicare il ruolo primario dell’azienda nel panorama industriale. 340.000 mq di pelli lavorate, 22.000 chili di crine, 1.100.000 chili di faggio per le strutture interne, ogni anno.

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La cultura della pelle ha trovato differenti declinazioni, ripartite tra il Residential Department, arricchito dalle firme dei designer del panorama internazionale e completato dalla Icons Collection; il Contract Dipartment, che conta forniture e progetti custom per teatri, concert hall, auditorium, musei, ambasciate, hotel 5 stelle, showroom, lounge nel mondo. Si annoverano, tra le più prestigiose realizzazioni, il Parlamento Europeo a Strasburgo by AS Architecture Studio, la Walt Disney Concert Hall a Los Angeles by Frank O. Gehry, l’auditorium del Jockey Club Innovation Tower a Hong Kong by Zaha Hadid e il Macro Museum di Rome by Odile Decq.
Infine, l’Interiors in Motion Department, fondato nel 1984, le cui realizzazioni sono destinate agli interior di yacht, treni, elicotteri e aerei (collaborando con brand quali Pershing, Italo, Alitalia, Ethiad Airways e Singapore Airlines) e ovviamente al settore auto: ecco che la pelle Frau® riveste gli interni di Ferrari, Maserati, Alfa Romeo, Land Rover, Lancia, Audi. Porsche, Volskwagen e Infiniti.

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Interni Ferrari, realizzati da Poltrona Frau

Risale al 1984 il primissimo contatto tra l’azienda e il mondo dell’automotive, in realtà per la creazione di una collezione di sedute per ufficio, Antropovarius, firmata nientemeno che da Ferdinand Alexander Porsche che dalla sua casa automobilistica prese ispirazione nelle linee e nei materiali.
Ma ancor prima l’azienda aveva gettato i primi, notevoli germogli per i suoi più innovativi dipartimenti: le prime forniture per alberghi e navi si tracciano nel 1923, mentre è nel 1930 che Poltrona Frau arreda la prima classe del transatlantico Rex, orgoglio della Marina Italiana.

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Antropovarius, poltrona disegnata da Ferdinand Alexander Porsche

Ecco che lo slancio all’innovazione e alla dinamicità progettuale emerge evidente dalla storia dell’azienda, attraverso collaborazioni, realizzazioni, aperture a mondi allora inesplorati – si pensi solo alla comunicazione, quando negli anni ‘20 l’azienda affidò a illustratori del calibro di Golia e Nanni le prime campagne pubblicitarie – e grazie a una flessibilità produttiva che le consente di utilizzare il verbo ‘sperimentare’ come chiave di volta del suo fare industriale.

La storica Vanity Fair realizzata da un bozzetto di Renzo Frau, la poltrona Tabarin in pelle e velluto ideata per i luoghi pubblici, il letto tondo Lullaby firmato da Luigi Massoni, la poltrona Sanluca firmata dai Fratelli Castiglioni, sono prodotti che scandiscono la linea temporale dell’azienda, ma anche la storia stessa del design; e ancora, la Dezza di Gio Ponti che vince nel ’65 il premio Tecnhotel di Genova, la poltroncina Interlude di Marco Zanuso, il tavolo Titano disegnato da Pierluigi Cerri che porta a Poltrona Frau il primo Compasso d’Oro ADI nel ’99, la poltrona Arcibald di Jean-Marie Massaud ispirata agli iconici mocassini Tods.

Un’immersione, delicata quanto emozionale, nella storicità Poltrona Frau è l’idea che traspare sensibilmente dal progetto di Michele De Lucchi per il Poltrona Frau Museum, nato nel 2012 e ubicato proprio accanto alla sede produttiva. 1400mq costellati di documenti, fotografie, prototipi, prodotti storici e materiali. All’ingresso, avvolta da una cornice di vetro e vestita di una bianca pelle, la Vanity Fair.

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Poltrona Frau Museum a Tolentino, progettato da Michele De Lucchi
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All’interno del Poltrona Frau Museum di Tolentino, progettato da Michele De Lucchi
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Un’intera parete dedicata alle pelli Frau, all’interno del Poltrona Frau Museum di Tolentino, progettato da Michele De Lucchi