Ci sono gli arancioni e i verdi, ma anche i blu scuro e le tonalità naturali. Tra i colori che dipingeranno il 2018 il filo conduttore è una sobrietà diffusa, un abbassamento di tono rispetto alla brillantezza e alla vivacità delle nuance che hanno invece definito cromaticamente quest’anno. I colori sono più “sporchi”, ovvero meno saturi, contaminati da un accento di nero che è trasposizione di un senso di smarrimento. I Color Trend del prossimo anno, infatti, evidenziano un profondo cambiamento della società contemporanea, di cui ne riflettono il disorientamento, la ricerca di nuove esperienze e approcci in una palette cromatica ben definita nella sua scura neutralità. Secondo la ricerca effettuata da ColorWorks® (branch di Clariant) e dai suoi cinque Centri (San Paolo, Chicago, Merate e Singapore) – che annualmente definiscono una ‘guida’ alle tendenze cromatiche per l’anno successivo – il ColorForward 2018 vedrà nella sua tavolozza una gamma di gialli intensi, rossi, arancioni scuri e blu scuro, accanto a diverse tonalità di verdi e azzurri che, insieme ai colori naturali, contribuiscono a generare un concetto di positività e ottimismo. Particolarmente adatti al mondo dell’interior e del contract, questi colori sono infatti facilmente accostabili ad altre tonalità, oltre a poter godere di una durabilità maggiore nel contesto arredativo. Dieci delle 20 colorazioni identificate e selezionate da ColorWorks® quali rappresentative delle future tendenze internazionali – risultato di un’analisi dei movimenti emergenti mondiali, degli atteggiamenti dei consumatori e degli orientamenti che stanno influenzando la società – sono state presentate nel precedente Book nelle due rispettive Storie, Nerdylicious e NewMorrow: la prima simboleggiante una tendenza sempre più aperta alla cultura nerd (ormai fondamentale in un mondo altamente tecnologico e digitale), la seconda esplicativa di una richiesta accorata di cambiamento degli stili di vita e di una maggiore sostenibilità. Il viaggio nelle tendenze del colore prosegue quindi con le ultime due Storie dedicate al 2018: Longitude, Latitude, Altitude e Through the Mirror, di cui si fa portavoce e autorevole voce narrante Judith van Vliet, designer di ColorWorks Europe/EMEA (BU della sezione Plastics & Coatings di Clariant) e Vice Presidente Comunicazione & PR di Color Marketing Group.
Terza storia. LONGITUDe, LATITuDE, aLTITUDE
Sono le coordinate GPS, ma anche, nel loro insieme, la metafora di una tendenza che si focalizza sui “nomadi digitali”. Longitude, Latitude, Altitude descrive una caratteristica peculiare dei Millenials (di cui già nel 2014 si cominciò a parlare per il loro ruolo chiave nel sistema sociologico), ossia il loro incessante desiderio di libertà e cambiamento continuo; un’inquietudine positiva, che guida questa generazione alla scoperta di nuovi posti, persone, esperienze. «La Milan Design Week di Aprile ha già dato i primi segnali di questa tendenza: basti vedere le proposte di Louis Vuitton o del Base di Tortona che presentavano prodotti per nomadi e viaggiatori portando l’attenzione sul tema – spiega Judith van Vliet – Nel 2020 si prevedono 320milioni di viaggi internazionali effettuati da giovani, un incremento del 47% dal 2013». Questo ‘moderno gypsy’ è però affiliato al mondo digitale e alla portable technology che gli consente di essere sempre e ovunque connesso con la rete e con altri ‘nomadi’. Tale apertura lo rende il fautore principale di progetti di co-living e co-working, sempre più diffusi in Europa e USA. Sorgono co-working camps e workation (termine che nasce dall’unione delle parole work e vacation): luoghi dove i freelancer possono lavorare in destinazioni tipicamente destinate al relax e alle vacanze. Sono proprio i freelancer le figure professionali qui in gioco: «Il 37% degli iscritti al sito Freelancer.com è tra i 18 e i 34 anni, i Millenials appunto; il 40% degli Americani entro il 2020 apparterrà a questa categoria nel ruolo di global citizen, contribuendo a creare un blend di culture». Così anche i colori sono un mix and match di tonalità tradizionalmente appartenenti alla cultura nomade. A partire dal fucsia di Nomadness, omaggio all’amore del popolo Rom per i colori vivaci. Il giallo di Kaleido Tribe esprime legame, comunicazione, calore, proposto su un materiale flessibile come la gomma a indicare il requisito essenziale di modularità e adattabilità di questo trend. Immancabile la presenza del verde, naturale prosecuzione di un’attenzione a questa tonalità presente negli ultimi anni nelle palette di tendenza: dal salvia del 2015, al latte-menta del 2016, al cetriolo di quest’anno, fino all’avocado di North Sense; nome non solo del punto cardinale, ma direttamente ricalcato dall’ultimo esperimento di cyborgism firmato da Cyborg Nest: un chip che applicato al corpo, vibra quando ci si allinea al polo magnetico terrestre. Se il grigio di Cirrus Aviaticus (le stesse scie di condensazione degli aerei) riflette i nuovi stili di vita sia itineranti sia urbani – il 50% del mondo vive in aree urbane, portato al 75% entro il 2050 -, il rosso mattone di Tierra Nueva simboleggia le nuove terre da esplorare, le nuove esperienze da vivere nel mondo.
Quarta storia. tHROUGH THE MIRROR
Più spiritualità. La ricerca di risposte al disordine che circonda la società odierna, smarrita e destabilizzata dalle ingiustizie e dal caos morale e politico, conduce inevitabilmente a un desiderio maggiore di spiritualità. Come in passato si guardava alla religione, così oggigiorno i giovani specialmente (circa il 60% dei Millenials) si affidano a differenti correnti esoteriche per colmare un vuoto interiore. «C’è una parola per definirli: SBNR, ossia Spiritual But Not Religious; il che non vuol dire che la religione sia finita, ma si prendono differenti elementi di varie religioni per creare un personale collage di spiritualità. Si genera così un fenomeno di ‘open source spirituality’: si fa yoga, poi pilates, tantra e poi ancora mindfulness – racconta Judith van Vliet – È un’attitudine che si affronta ancora con superficialità, ma c’è una grande apertura nei suoi confronti. Si pensi che lo scorso anno il mercato del wellness e della spiritualità, strettamente collegati, ha valso 390miliardi di euro: le persone quindi spendono molto per sentirsi meglio». Già nel 2014 la società Pew Research aveva stimato che il 37% degli Americani rientrava nel concetto di SBNR. L’anno successivo è stato indetto The Big Quiet, l’evento di meditazione collettiva tenutosi a Central Park – New York. Ma per chi volesse dedicarsi a un percorso di meditazione autonoma, può affidarsi a Headspace, tra le app più scaricate di mindfulness. Non deve stupire quindi se tornano in auge rituali del mondo antico come la cristalloterapia in wellness center e Spa; o l’importazione nel mondo occidentale moderno di pratiche filosofiche orientali, come le sessioni di ‘cannabis yoga class’, ora in voga in città come Vancouver, Toronto, San Francisco. Un’apertura che si manifesta anche sul tema della morte; designer e architetti stanno contribuendo ad eliminare i tabu occidentali sull’argomento creando spazi e oggetti ad hoc; ne è un esempio il Death Cafè di Parigi, dove “incontrarsi per mangiare una torta, bere un tè e discutere della morte”, recita la loro mission. Il trend si esprime in cromie dalle sfumature calde, rischiarate da toni neutri. Spicca la profonda tonalità di Melting Souls, tra il verde e il blu: un incontro di colori che evoca la fusione di differenti anime, di differenti alter ego in un’unica personalità. Il bianco crema di Mirror, mirror on the wall… illuminato da perle rosse al suo interno che accentuano l’effetto luce della colorazione: si intende simbolicamente evocare la riflessione introspettiva che la tendenza racconta. Mūlādhāra con il suo rosso scuro attenuato da una punta di giallo, rappresenta il più basso dei sette chakra, perciò l’energia del corpo. L’arancione di त्राटक (parola sanscrita che rimanda a una forma di meditazione in cui si fissa stabilmente la fiamma di una candela) è invece un rimando al terzo chakra, il chakra del plesso solare. A Nothingness il compito di simboleggiare il senso di vuoto interiore, con la sua nuance viola scuro che fin dall’antichità identifica il colore della spiritualità.