Un fiore che sboccia ancora dopo 47 anni

Era il 1970 quando il più famoso trio di creativi di design e architettura di allora – De Pas, D’Urbino e Lomazzi -progettarono la poltrona Joe per Poltronova. Erano anni gloriosi dove la libertà di fare e creare restituiva prodotti che hanno lasciato tracce indelebili, stiamo parlando ancora dell’era dei Grandi del design, sia nella progettazione che nella produzione.

Sono passati quasi 50 anni e una volontà, quella di Roberta Meloni che di Poltronova è la proprietaria e direttore del Centro Studi, e un incontro, quello con il designer Hussain Ali Abbass Harba, hanno creato le condizioni per la nascita di Joe Bloom.
Non una riedizione, ma un rispettoso omaggio; non un’operazione commerciale, ma la celebrazione di mezzo secolo di linee e curve che hanno lasciato intatta l’idea originale, che ora risboccia come fosse la prima volta (“bloom”, in inglese, significa proprio sbocciare).

24 poltrone, 24 Joe Bloom. Quattro esemplari con 6 varianti di colore dove Harba (eclettico designer iracheno nato nella suggestiva Babilonia, trasferitosi in Italia all’inizio degli anni ‘80 per studiare, con esperienze nei gioielli, nella pelletteria e negli oggetti d’arte) ha scelto di intervenire con apparente leggerezza solo sulla parte visibile della poltrona, la sua superficie. Ma lo fa con passione, decisione e disincanto. Il guanto da baseball intitolato al mito di Joe Di Maggio cambia vestito e si adegua al ruolo di icona del design radicale, assumendo un allure chic e continua la sua vita infinita.