Ricominciare a crescere

Si arresta l’emorragia dei consumi, che ora dovrebbero lentamente, ma costantemente, risalire. Appare questo lo stato di salute dell’arredo italiano a inizio 2016. Una maggiore propensione all’acquisto di mobili sarà determinata da diversi fattori, fra cui una più solida tenuta del reddito e la proroga al 31 dicembre di quest’anno del bonus mobili, confermata dalla Legge di Stabilità 2016. Se non un momento di svolta, l’industria italiana del mobile si prepara a vivere una stagione più vivace e ricca di opportunità.

Già nel 2015 ha cominciato a soffiare un vento di cambiamento, grazie al consueto traino delle esportazioni, che hanno raggiunto risultati persino superiori alle aspettative. L’intera filiera del legno arredo, secondo i dati di FederlegnoArredo, ha registrato da gennaio a settembre 2015, in rapporto allo stesso periodo dell’anno precedente, un incremento delle esportazioni del 6%, con un balzo in avanti delle vendite negli Stati Uniti (+23,5%) e Regno Unito (+17,8%). In Cina l’aumento si è fermato al +9% per l’intero comparto, ma guardando ai soli mobili la differenza sull’anno scorso arriva al +19%. Cifre che hanno attutito il tonfo delle vendite in Russia: -25,8%.

Dopo la discesa continua degli ultimi anni, anche il mercato interno torna finalmente con segno positivo, pur senza exploit, visto che il consuntivo 2015 non supererà probabilmente il +0,5%. Oggi il comparto in Italia vale 26,7 miliardi di euro e impiega oltre 360mila addetti. Certo, siamo ben lontani dai numeri del periodo precedente la crisi, ma il fatturato dovrebbe crescere dell’1,8%  rispetto al 2014, segnando l’inizio della risalita.

Secondo le previsioni di Csil (Centro studi industria leggera), i segnali positivi del 2015 si consolideranno nel 2016, con un ulteriore avanzamento del mercato interno, che dovrebbe crescere dell’1,2%, grazie anche alla conferma del Bonus mobili legato alle ristrutturazioni e all’introduzione del Bonus per le giovani coppie. A questo quadro migliorativo contribuiscono un clima di maggiore fiducia e la tenuta del potere d’acquisto delle famiglie, determinata dalla stabilità del reddito, a fronte di un’inflazione ancora contenuta.
Anche dalle esportazioni non si aspettano brutte sorprese. Il calo previsto della domanda extra-europea sarà compensato da un euro meno forte e dalla capacità delle aziende italiane di diversificare i mercati. Csil prevede che la produzione di mobili in Italia crescerà del 2%. Nel 2017 la produzione dovrebbe aumentare ulteriormente, anche alla luce della prevista ripresa degli investimenti in edilizia. E nel 2018 sarà la domanda interna a irrobustire la crescita.

Questi bagliori di ripresa sono resi possibili anche dalla caparbietà e dalla lungimiranza di molti produttori di mobili italiani, che hanno saputo resistere ai durissimi colpi della crisi e riorganizzarsi, anche attraverso investimenti mirati. I marchi più importanti del design Made in Italy, per esempio, hanno aumentato il numero dei punti vendita diretta, fra showroom e negozi monomarca. Chi è riuscito a rinnovare i macchinari, inoltre, ha incrementato l’efficienza del processo e ha accontentato un mercato che tende a chiedere sempre più varianti di prodotto. Anche l’impegno nella ricerca delle aziende italiane, pur incostante, continua a essere fra i più intensi d’Europa.